UK, il governo vuole razionale la tassazione del gioco online
Gran Bretagna, il governo vuole rimettere mano alla tassazione del gioco online e unificare i tre differenti sistemi che esistono al momento. Novità anche per i casinò, per i quali gli scaglioni fiscali non verranno adeguati all’inflazione. Gli interventi li ha annunciati il Cancelliere del Tesoro, Jeremy Hunt, nel Discorso di Autunno. Si tratta del provvedimento che anticipa la legge di Bilancio e con cui il governo effettua delle previsioni sulle spese dell’anno successivo e propone interventi di carattere fiscale. E il settore del gaming è subito entrato in fibrillazione, chiedendo all’esecutivo di tornare sui propri passi.
La semplificazione del sistema fiscale dell’online
Per quanto riguarda l’online, non tutto sembra deciso, Hunt ha infatti spiegato che il cambiamento sarà preceduto da un breve giro di consultazioni. L’obiettivo comunque è di semplificare l’impianto. Al momento il sistema britannico prevede tre diversi trattamenti fiscali per i giochi commercializzati via internet. Sulle scommesse si paga un’aliquota del 15% su un parametro che in sostanza equivale al margine. Sui giochi a totalizzatore, l’aliquota è sempre del 15%, ma viene applicata sulla raccolta. Per gli altri prodotti dell’online infine si applica una tassazione del 21% su margine.
Il Cancelliere non ha spiegato quale sistema verrà adottato, e nemmeno che aliquota si intende adottare. Per l’associazione Betting and Gaming Council tuttavia si rischia di compromettere il delicato equilibrio su cui si basa il settore. Con tutta una serie di effetti a catena.
I rischi per l’ippica
I rischi maggiori riguardano le scommesse ippiche. “Nel Libro Bianco che ha presentato il governo nei mesi scorsi ci sono già minacce a sufficienza, adesso questa presunta semplificazione del sistema fiscale rischia di diventare un cavallo di Troia per raccogliere più tasse” ha commentato l’amministratore delegato Michael Dugher.
In sostanza, se il prelievo fiscale verrà aumentato, si ridurranno i margini degli operatori, e questi ultimi saranno costretti a sacrificare posti di lavoro, ridurre l’offerta per gli scommettitori e tagliare le sponsorizzazioni e tutti gli investimenti fatti per sostenere le manifestazioni. “Questo sport fa molto affidamento sul sostegno delle scommesse” ha detto ancora Dugher, che poi ha anche criticato il Cancelliere per non aver coinvolto nella decisione il Ministero per il Digitale, la Cultura i Media e lo Sport, che ha la competenza sulle scommesse e sulle corse.
I casinò soffrono per l’inflazione
Nel caso del gioco a terra non è previsto nessun intervento di carattere fiscale. A far discutere però è il fatto che il governo congelerà l’adeguamento all’inflazione degli scaglioni fiscali previsti per i casinò. E in un periodo in cui il costo della vita è in continua crescita, questa decisione è “una tassa invisibile” ha detto ancora Dugher. E il Betting and Gaming Council ha già fatto i conti, è come se ogni anno le case da gioco perdessero 5 milioni di sterline.
E l’associazione cerca di mettere in evidenza il ruolo fondamentale che i casinò hanno per il turismo e per l’economia del Paese in generale. Versano ogni anno 300 milioni di sterline e il loro contributo all’economia può essere quantificato in 800 milioni di sterline l’anno. Nonostante questo stanno affrontando un periodo di grande sofferenza, negli ultimi vent’anni ha chiuso una casa da gioco su quattro, e quelle rimaste – nel giro di appena quattro anni – hanno tagliato il numero dei dipendenti del 25%.