UK, governo frena sul divieto di pubblicità: mancano le prove
Il governo inglese frena sul divieto, o quantomeno su delle limitazioni, alla pubblicità del gioco. “Ci sono poche prove che la pubblicità da sola induca gli spettatori a giocare maggiormente”, ha detto Stuart Andrew – sottosegretario del Dipartimento per lo sport, turismo e gli affari sociali – nel corso di un’audizione di fronte alla commissione sport e cultura.
“Il governo ha seguito un approccio basato sull’evidenza dei fatti” ha detto ancora Andrew. “E al momento non ci sono studi o dati che attestino in maniera inequivocabile che vi è un legame tra la pubblicità e il gioco patologico. Quando avremo a disposizioni dei risultati del genere, agiremo di conseguenza”.
Nel libro bianco tante proposte…
La Gran Bretagna ragiona da tempo su come porre un freno all’industria del gioco, e quello della pubblicità è uno dei temi più dibattuti. Il libro bianco – che il governo guidato da Rishi Sunak ha pubblicato lo scorso aprile, e che dovrebbe favorire il confronto per arrivare alla riforma del settore – affronta analiticamente la questione.
“Ci sono prove attendibili del fatto che la pubblicità possa avere effetti spropositati sui soggetti che hanno già problemi con il gioco. Alcune forme di pubblicità hanno un appeal particolare sui minori e sugli adulti più giovani. Inoltre alcune pratiche aggressive sembrano avere un impatto diretto sui rischi” si legge ad esempio nel testo.
…ma non quella di vietare completamente la pubblicità
Il libro bianco traccia quindi una serie di interventi per arginare il pericolo. Si va dalle restrizioni maggiori per i bonus e per il marketing diretto, a un codice di autoregolamentazione più efficace. Passando per le campagne di sensibilizzazione, e per un codice di condotta – per gli enti e i club sportivi – che ponga un freno alle sponsorizzazioni. Un chiaro riferimento, quest’ultimo, all’accordo che i club della Premier League avevano raggiunto giusto qualche settimana prima. Nel libro bianco, tuttavia, il governo non arriva a chiedere un divieto totale di pubblicità.
Un voltafaccia del governo?
Ma, in ogni caso, è probabile che in molti si attendano un intervento concreto, e che credano che il libro bianco porterà a una drastica diminuzione delle campagne pubblicitarie. Le parole del sottosegretario Andrew devono essere suonate come un repentino voltafaccia.
E c’è già chi malignamente suggerisce che a far cambiare idea al governo siano state le emittenti televisive, che temono di subire un brusco calo dei profitti. Anche perché è sembrato che lo stesso sottosegretario facesse un riferimento a tanti interessi in gioco, quando ha sottolineato che “al momento è in corso un confronto molto complicato”.