Truffa hi-tec per svuotare le slot, sequestrati 1,2 milioni
È forse la truffa più facile che si possa commettere con le newslot, ma questa volta era stata architettata veramente in grande stile. E con l’utilizzo di un vasto apparato hi-tec per intrufolarsi nella rete di gestione delle macchine. È lo spaccato su cui ha fatto luce l’inchiesta Easy Slot, grazie alla quale la Guardia di Finanza – coordinata dalla Procura Distrettuale di Ancona – ha eseguito il fermo di tre persone tutte residenti a Pesaro. Per il capobanda è scattato l’arresto, i due complici invece sono finiti agli arresti domiciliari.
Le Fiamme Gialle inoltre hanno sequestrato – tra immobili, beni mobili registrati conti correnti e conti di gioco – beni per 1,2 milioni di euro. E il raggiro in effetti andava avanti da diverso tempo.
Hanno continuato a colpire anche dopo essere stati scoperti
L’uomo era finito nel mirino degli inquirenti già da diverso tempo. Nel febbraio del 2022, gli uomini della Guardia di Finanza hanno effettuato una perquisizione della casa del capobanda, e hanno trovato alcune decine di computer e dei telefoni cellulari. Erano tutti connessi alla rete delle newslot e ciascuno potevano accedere alle macchinette di diverse Regioni.
In questo periodo di tempo, gli inquirenti hanno cercato di ricostruire il flusso di denaro accumulato dai truffatori. Nonostante il capobanda fosse già stato scoperto una prima volta, avrebbe rimesso in piedi la truffa. Il Gip – nelle ordinanze con cu dispone le misure cautelari – evidenzia infatti che i truffatori abbiano continuato a svuotare le macchine anche dopo che sono stati scoperti. “Nemmeno la conoscenza del procedimento penale, né i sequestri operati hanno indotto i responsabili a cessare l’attività” ha spiegato il giudice. E ha parlato di un “rilevantissimo pericolo di reiterazione delle condotte”. Ma il sospetto più inquietante è che l’uomo avrebbe allargato ancora di più il proprio raggio di azione. A quanto pare nella vicenda è coinvolta infatti una vasta rete di complici che operavano in tutta Italia, gli agenti proveranno a individuarli.
Basta capire quando una slot che sta per pagare
Il trucco è quello classico, di giocare a una slot proprio quando si avvicinano al “fine ciclo”, ovvero quando sono in procinto di pagare qualche ricca vincita. Le slot hanno una gettoniera, e per forza di cose non possono contenere più di tante monete. Questo vuol dire che quando la gettoniera è piena, la macchina deve per forza di cose distribuire qualche vincita sostanziosa. Ma – ovviamente – non è possibile sapere quando arriverà quel momento. Qualche giocatore ogni tanto tira a indovinare, il metodo empirico però non sempre funziona.
I truffatori pesaresi avevano trovato un metodo decisamente efficace. In qualche modo erano riusciti a connettersi alla rete telematica a cui sono allacciate le newslot, da quello che si deduce dalle spiegazioni che ha fornito la Guardia di Finanza si erano impossessati in maniera illecita delle credenziali di accesso alla rete. Credenziali che a quanto pare hanno i dirigenti di ADM, i dipendenti dei concessionari di rete e quelli dei noleggiatori. Ovvero delle aziende che istallano gli apparecchi nei vari locali, e poi hanno il compito di svuotare periodicamente le cassette.
In questo modo, i tre pesaresi sapevano con esattezza quando una macchinetta era in procinto di pagare. A quel punto non dovevano fare altro che andare nel bar o nella sala e iniziare a giocare, fino a quando non svuotavano la slot. A farne le spese non erano lo Stato e le compagnie di gioco, visto che le quote di loro spettanza non venivano toccate. I truffati erano gli altri giocatori, che in questo modo non avevano alcuna possibilità di vincere.