Snaitech frutta troppo, Playtech non vende più
- Playtech fa dietrofront sulla cessione di Snaitech, non c’è più urgenza di vendere
- Solo a inizio anno il divorzio sembrava imminente, ma adesso la situazione è molto diversa
- Nei primi sei mesi del 2022, Snaitech ha assicurato oltre due terzi dell’Ebitda dell’intero Gruppo
- E Playtech adesso pensa a come potenziare ancora di più questo asset
Snaitech porta nelle casse di Playtech una valanga di soldi e il colosso dell’online ci ripensa, lo storico marchio italiano delle scommesse non è più in vendita. “La crescita di Snaitech significa che non abbiamo alcuna urgenza di monetizzare quell’asset, anzi continueremo a metterla a frutto” sottolinea il presidente del Gruppo Brian Mattingley, commentando i risultati del primo semestre di questo anno.
Certo, lo spettro della cessione resta una soluzione possibile (“Solo quando verrà il momento giusto penseremo a restituire il valore di quell’asset agli azionisti” dice sempre Mattingley), ma Playtech adesso sta pensando soprattutto a come rafforzare la compagnia italiana. Tanto che adesso si ha l’impressione che sia stata Snaitech a aver cambiato la faccia di Playtech.
A inizio anno la cessione sembrava vicina
Le voci sulla possibile cessione si erano diffuse all’inizio di quest’anno. All’epoca, Aristocrat aveva lanciato un’offerta per acquisire l’intera Playtech, e il direttivo aveva raccomandato l’operazione, spiegando che si trattava di un’ottima occasione per gli azionisti di monetizzare gli investimenti effettuati.
Gli investitori tuttavia erano sembrati fin dall’inizio dubbiosi – l’offerta sarebbe stata poi effettivamente bocciata nell’assemblea straordinaria di febbraio – si iniziò quindi a parlare di un piano di riserva. La cessione della sola Snaitech, appunto, che avrebbe consentito di staccare una bella cedola, oppure di ricavare i capitali necessari a effettuare nuovi investimenti.
Un matrimonio di convenienza
Probabilmente, il motivo fondamentale è che Snaitech all’inizio dell’anno stava risentendo fortemente della pandemia. Certamente era cresciuta tantissimo nel gioco online, ma aveva coperto solo in parte i danni che la rete a terra aveva subito per i lockdown. E Snaitech è l’operatore italiano per antonomasia delle scommesse in agenzia, controlla una rete di 1.600 centri. Ma poi è anche fortemente radicato nel segmento degli apparecchi visto che ha un parco di 54mila AWP e oltre 10mila Vlt.
E ancora, c’è un problema di costi. Quando ha portato a termine l’acquisizione nel 2018, Playtech ha messo sul piatto 846 milioni di euro, in particolare si è accollata un debito di 429 milioni di euro. Dopo pochi mesi ha effettuato una ristrutturazione del finanziamento, ma comunque si porterà dietro questa zavorra fino all’anno prossimo.
Infine c’era anche un problema di fondo. Snaitech è un operatore diretto, Playtech è un colosso del business to business, in sostanza, non raccoglie gioco in prima persona, ma fornisce i software e le soluzioni alle compagnie che gestiscono casinò online e siti di scommesse. La compagnia italiana è fortemente radicata anche nel gioco a terra, l’altra è attiva essenzialmente nell’online. Playtech è un colosso mondiale, Snaitech opera solo in Italia e è uscita dai confini nazionali solo con l’integrazione di HappyBet, peraltro voluta da Playtech. L’acquisizione conclusa nel 2018 era sembrata fin da subito un po’ forzata.
Dopo il Covid, la compagnia italiana riprende il volo
La situazione insomma era abbastanza magmatica quando è esplosa la pandemia. E Snaitech ha subito un duro contraccolpo, visto che la rete a terra tra il 2020 e il 2021 ha dovuto fronteggiare i vari lockdown e non ha prodotto ricavi. Adesso, nei primi sei mesi del 2022, le scommesse fisiche e gli apparecchi hanno recuperato il terreno perso a causa del Covid, o quasi.
Ai fatti la rete a terra non è cresciuta, è semplicemente tornata ai livelli del 2019, Playtech non lo nasconde. Ma sottolinea anche che questo risultato non era affatto scontato. Anzi, “È un dato impressionate, se si considera che una piccola percentuale di agenzie ha chiuso definitivamente, e che una fetta di giocatori si è definitivamente spostata sull’online”.
Per quanto riguarda l’online, Snaitech ha compiuto passi da gigante negli ultimi anni, e ormai sembra aver consolidato la sua posizione. Il segmento ha risentito solo in minima parte della riapertura della rete a terra, “i ricavi sono calati solo del 5%. Questo vuol dire che la crescita registrata durante la pandemia non era dovuta solamente alla chiusura della rete a terra, ma anche all’acquisizione di nuovi giocatori”.
Oggi Snaitech frutta la due terzi dei ricavi
C’è però da dire che rispetto a quattro anni fa gli equilibri siano molto diversi, Snaitech è diventato infatti l’asset più redditizio del gruppo. In termini di Ebitda (i ricavi al netto di costi, tasse, ammortamenti etc), il colosso complessivamente ha incassato 203,8 milioni di euro, il 64% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Il business to business – la divisione storica della fornitura di software – in tutto il mondo ha generato un Ebitda 77,2 milioni di euro, e ha messo a segno una crescita ragguardevole, il 7% in più.
Snaitech però ha portato tutti altri numeri: da sola ha fruttato 131,7 milioni di euro, che non è solo il 154% in più dell’anno prima, ma soprattutto valgono due terzi di tutto l’Ebitda. O, se si preferisce, la compagnia italiana da sola ha fruttato praticamente il doppio della fornitura di software.
A ben vedere, questo processo è iniziato non appena Snaitech è entrata a far parte del Gruppo. Nel 2018 la divisione dello sviluppo di software valeva oltre l’80% dell’Ebitda. Ma, pur continuando a crescere nel corso degli anni, non ha tenuto il passo con le attività di raccolta diretta. Oltretutto, in questo periodo Snaitech ha anche coperto diversi ammanchi delle altre attività business to consumer. Oggi, insomma, rappresenta “Un contributo eccellente”, come lo ha definito il Ceo della compagnia, Mor Weizer.
E adesso Playtech pensa a come potenziare Snaitech
“Stiamo valutando di effettuare fusioni e acquisizioni mirate per rafforzare Snaitech e sfruttare le opportunità che ci si presentano come operatori diretti” ha detto ancora Weizer. “Non è un progetto velleitario, pensiamo solo a fusioni e acquisizioni mirate. Perché in questo momento è una strategia che possiamo prendere seriamente in considerazione. Playtech ha la forza necessaria per operare sia nel business to business, sia come operatore diretto”.