Sì alla delega fiscale. Via al riordino del gioco? – Parte 1
Via libera alla delega fiscale, la Camera ha approvato in ultima lettura la legge che autorizza il Governo a rivedere una serie di materie. Tra queste, all’art. 15, c’è anche il settore dei giochi. Il che dovrebbe permettere d risolvere una serie di criticità. A iniziare dal conflitto con le Regioni che per anni ha impedito di indire le gare. Sale bingo, agenzie di scommesse, e i concessionari delle slot – che passano da una proroga all’altra – sono in trepidante attesa. Ma la delega in questo caso mette in mostra delle acrobazie degne del miglior funambolo.
Al di là di questo, c’è poco da cantare vittoria però. La legge delega in sostanza detta delle linee guida, adesso la palla passa al Governo che dovrà trovare le soluzioni concrete, e scriverle nei cosiddetti decreti delegati. La delega fiscale riguarda diverse materie – ci sono ad esempio anche la revisione dell’Irpef, dell’Iva, della tassazione dei redditi di impresa – e bisogna vedere a cosa l’esecutivo deciderà di dare la priorità. In ogni caso ci sono due anni di tempo per adottare i decreti delegati, e il governo ha annunciato che intente varare i primi entro la fine dell’anno.
Il gioco attende un riordino dal 2014
Per quanto riguarda il settore dei giochi in particolare, c’è però qualche difficoltà più. Bisogna ricordare che di deleghe del genere ne sono state approvate diverse nelle scorse legislature. La prima risale addirittura al 2014. I governi passati però non sono mai riusciti a approvare i decreti delegati. Un po’ per mancanza di tempo. Un po’ – soprattutto – perché non disponevano di una maggioranza abbastanza solida. E la questione del gioco , che è sempre stata molto controversa, avrebbe rischiato di aprire una crisi.
Cosa prevede la delega
L’art. 15 della delega è molto articolato. Fin dalle prime righe, conferma il sistema di concessioni che ha caratterizzato l’impianto italiano. Teoricamente dovrebbe garantire la trasparenza e la legalità, ma c’è anche il fatto che i bandi garantiscono delle risorse notevoli alle casse dello Stato.
C’è ovviamente la revisione del sistema fiscale. E questo passaggio sembra annunciare un inasprimento. Ma potrebbe anche garantire agli operatori una maggiore sicurezza che le condizioni restino stabili. Finora infatti quando i governi avevano bisogno di fare cassa, alzavano il Preu delle slot, o si inventano qualche nuovo balzello. Come la tassa dei 500 milioni per gli apparecchi o il Salva Sport per le scommesse.
La legalità al primo posto
Il tema della legalità poi resta centrale. La norma tra le altre cose impegna il governo a rivedere le regole per conoscere tutti i soggetti che detengono una quota societaria nelle compagnie che offrono gioco. Nel caso delle slot, prevede una revisione delle norme sui soggetti che certificano le macchine. E della “disciplina riguardante le responsabilità” di questi soggetti e dei concessionari nel caso in cui le macchine vengono truccate. Il che dovrebbe spingerli a effettuare maggiori controlli.