Salvasport: l’exchange taglia i conti Vip, ma non ne risente

Salvasport: l’exchange taglia i conti Vip, ma non ne risente

Notizie ITA
  • Bertfair sospende i conti dei giocatori che scommettono di più, per limitare i danni del Salva Sport
  • Il gioco però non sembra soffrire “crisi di liquidità”, almeno non per il momento
  • I ricorsi in tribunale per congelare la tassa si arenano, bisognerà aspettare aprile per sbloccare la situazione
  • I giocatori però si mobilitano e lanciano una petizione online

 

Betfair congela i conti Vip del betting exchange, nel tentativo di limitare i danni della tassa salva sport. La seconda rata è ormai alle porte, dovrà essere pagata a fine febbraio, nonostante l’importo superi i ricavi l’operatore – e anche BetFlag – sembra determinato a pagare di tasca propria come ha già fatto nel caso della prima rata, salvando almeno per il momento i giocatori. Intanto il Consiglio di Stato boccia definitivamente la possibilità di sospendere il pagamento, per risolvere la questione bisognerà aspettare l’udienza di aprile di fronte al Tar. Alla fine però scendono in campo anche i giocatori: stanno infatti raccogliendo le firme per una petizione che manderanno ai Ministri dell’Economia e dello Sport.

 

Le criticità della tassa

La tassa in questi mesi è balzata agli onori della cronaca per diversi motivi. È stata introdotta nella primavera dell’anno scorso con il decreto Rilancio: il Governo per aiutare il mondo dello sport – anch’esso duramente colpito dalla crisi innescata dal Covid-19 – ha addossato un prelievo straordinario agli operatori delle scommesse sportive. In sostanza i bookmaker per tre anni devono versare lo 0,5% della raccolta, a conti fatti dovevano garantire 40 milioni di euro nel 2020, e poi altri 50 milioni l’anno nel 2021. Nel caso del betting exchange, sono sorti subito una serie di dubbi, appunto perché l’importo del prelievo superava gli introiti incassati dagli operatori. In questo tipo di gioco, infatti, gli utenti si scambiano le scommesse tra di loro, e decidono di volta in volta se piazzare la puntata in prima persona, o accettare quella di un altro giocatore. L’operatore quindi non accetta scommesse, si limita a mettere a disposizione la piattaforma tecnologica e i conti di gioco. Di conseguenza incassa un semplice aggio, che è inferiore all’aliquota dello 0,5%.

 

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, quando a settembre ha emesso un decreto per dare applicazione al Salva Sport, ha pensato di ovviare al problema addossando il prelievo al giocatore. Dovrebbe essere quest’ultimo quindi a versarla, ma il meccanismo di calcolo adottato dall’ADM rischia di tradursi in una bastonata. La tassa si paga sul singolo mercato, ad esempio l’1X2 di Liverpool-Chelsea è un mercato, l’under over di quella stessa partita è un altro. Se un giocatore punta su entrambe le scommesse e vince 2 euro nel primo caso e ne perde 5 nel secondo, dovrebbe comunque pagare la tassa sui 2 euro che ha vinto. A complicare le cose, c’è il fatto che il prelievo si paga ogni quattro mesi, quindi quando presumibilmente ogni giocatore avrà piazzato decine, se non centinaia, di puntate. Probabilmente questa è una delle ragioni che hanno spinto gli operatori a pagare l’importo di tasca propria, anche se stanno operando in perdita.

 

BetFlag e Betfair hanno così intentato dei ricorsi, prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, cercando di sospendere in via cautelativa il prelievo, ma i giudici hanno respinto le richieste. Il Tar a dicembre ha detto che la misura colpisce i giocatori; gli operatori poi potrebbero subire al massimo un danno economico, se alla fine otterranno ragione nel ricorso, basterà risarcirli. Il Consiglio di Stato – che si è pronunciato definitivamente qualche giorno fa – non si è discostato molto, ha spiegato in sostanza che basterà arrivare quanto prima alla sentenza di merito. Perché quelle emesse finora dal Tar e dal Consiglio di Stato sono delle semplici ordinanze cautelari, la sentenza di merito è quella che emetterà il Tar dopo l’udienza che si terrà a metà aprile, presumibilmente verrà pubblicata un paio di mesi dopo.

 

Betfair sospende i conti Vip

Intanto gli operatori avranno pagato anche la seconda rata, la terza invece scadrà a fine agosto, quindi dovrebbe esserci tempo a sufficienza. Probabilmente anche per questo Betfair ha deciso di sospendere temporaneamente alcuni conti: “Abbiamo ritenuto necessario sospendere temporaneamente l’operatività della sezione Exchange del nostro portale ad alcuni giocatori che, come te, generano grandi volumi di scommesse abbinate” si legge nella comunicazione inviata ai giocatori interessati. “Questa misura verrà attuata in attesa di ottenere ulteriori chiarimenti da parte delle autorità di regolamentazione e, in ogni caso, fin quando non verranno adottate le misure definitive per rispettare tale obbligo”. Pubblicamente invece Betfair non ha dato spiegazioni, non ha chiarito quanti siano i conti interessati e che percentuale della raccolta sia stata congelata. SlotJava ha provato più volte a contattare la compagnia, ma questa del resto non ha mai rilasciato alcuna posizione ufficiale sul Salva Sport.

 

L’operazione, da quello che si può dire al momento, sembra essere stata chirurgica: “Da quanto ho potuto rilevare basandomi sulle segnalazioni degli utenti al mio sito, i conti di gioco chiusi alla fine sono tutto sommato pochi, anche se si tratta di persone che movimentano somme ingenti ogni mese” commenta a SlotJava Giulio Giorgetti che gestisce il sito di informazione bettingexchange.it.  “Sicuramente sono stati bloccati utenti che fanno molto movimento, ma il palinsesto e la giocabilità non sono state compromessi” spiega ancora Giorgetti. Alla fine si può immaginare che questi clienti si scambiassero le scommesse tra di loro, e che interagissero solo saltuariamente con gli altri utenti. Di conseguenza, anche se questo bacino è stato bloccato, il resto della liquidità ha proseguito con la propria vita normale.

 

Almeno per il momento. “Il volume abbinato a fine mese sarà minore – ovvero le scommesse proposte da un utente e che poi vengono effettivamente accettate da un altro, ndr – ma il range delle quote rimane stretto e, come da tradizione, gli eventi e i mercati più importanti permettono di giocare senza problemi” spiega ancora Giorgetti. Che poi conclude: “Il dato positivo al momento è che i bookmaker vanno avanti, non hanno chiuso. Probabilmente lo fanno anche per evitare che i giocatori fuggano sui siti esteri. Ma” sottolinea, “non sappiamo quanto potranno reggere: prima o poi potrebbero decidere di far versare il prelievo agli utenti, visto che sono questi ultimi – in base alla legge – i soggetti su cui grava l’imposta.

 

I giocatori raccolgono le firme per bloccare la tassa

I giocatori dal canto loro sembrano aver compreso in pieno il rischio cui li espone la tassa, e hanno così lanciato sulla piattaforma change.org una petizione rivolta al Ministero Politiche Giovanili e dello Sport, al Ministero dell’economia e delle finanze e al Direttore Generale delle Dogane e dei Monopoli. “Noi utenti del betting exchange non ci vogliamo sottrarre dal contributo per salvare lo sport italiano” sottolineano gli organizzatori sulla pagina. L’iniziativa serve solo a chiedere che “la tassa sia calcolata sul profitto effettivamente realizzato su ciascun mercato”. Infatti, “Con la modalità di addebito della tassa così come concepita sarebbe impossibile per noi utenti conoscere a priori quanto pagare ogni volta che facciamo un’operazione ma lo sapremmo solamente una volta che il gestore della piattaforma ci addebiterà l’importo al termine dell’operazione”. E la tassa – “insostenibile economicamente per gli stessi concessionari” – avrebbe come unico risultato quello di spingere moltissimi utenti a migrare “sui siti esteri senza concessione governativa privando lo Stato Italiano di consistenti entrate erariali”. In pochi giorni la petizione ha raccolto centinaia di adesioni.

Gioel Rigido