Paesi Bassi, le licenze rinnovate senza gara sono un aiuto di Stato

Paesi Bassi, le licenze rinnovate senza gara sono un aiuto di Stato

Legislazione

Il Tribunale dell’Unione Europea bacchetta la Commissione per non essere intervenuta sul caso delle licenze di gioco che i Paesi Bassi avevano rinnovato senza gara. Per i giudici sono infatti un aiuto di Stato, anche se indiretto. Adesso la Commissione dovrà svolgere nuovamente le indagini, e questo alla fine potrebbe penalizzare delle associazioni caritatevoli.

Queste ultime infatti – anche se non erano loro a aver ottenuto le licenze e non gestivano quei giochi – ne ricevevano i proventi per finanziare le proprie attività. E adesso potrebbero dover restituire i fondi che avevano ottenuto.

Il rinnovo senza gara e le proteste dell’Egba

La vicenda inizia nel 2014, quando il governo e l’ente regolatore dei Paesi Bassi rinnovano senza gara – e per un periodo di tre anni – le licenze rilasciate a delle associazioni senza fini di lucro. Le licenze in questione consentono di commercializzare lotterie a scopo caritativo, scommesse sugli eventi sportivi, lotterie istantanee, lotto e scommesse sulle corse ippiche.

I titolari tuttavia non possono trattenere i proventi dei giochi, se non in minima parte. Ovvero quanto strettamente necessario a coprire i costi, e un “ragionevole utile”. Per il resto, sono tenuti a trasferire gli utili a delle associazioni benefiche, che vengono specificatamente indicate nelle licenze.

L’Egba – l’associazione europea che riunisce gli operatori di gioco – però chiede l’intervento della Commissione Europea, sostenendo che il rinnovo senza gara rappresenti un aiuto di Stato. Bruxelles tuttavia – nel 2020, al termine di una lunga istruttoria – respinge le accuse, sostanzialmente spiegando che i beneficiari della proroga non abbiano ottenuto nessun vantaggio economico. Per Bruxelles infatti si può parlare di aiuti di Stato di fronte a una “concessione di diritti speciali o esclusivi senza adeguato corrispettivo conforme alle tariffe di mercato”, con un conseguente “abbandono di introiti statali”.

Per i giudici sono aiuti di Stato indiretti

Per il Tribunale europeo, invece, questa vicenda rappresenta quello che si definisce un aiuto di Stato indiretto. Perché i beneficiari non sono le compagnie che hanno ottenuto le licenze per le lotterie e le scommesse, ma le associazioni di interesse pubblico. “Il vantaggio indiretto può essere conferito a imprese diverse da quelle alle quali le risorse statali sono state direttamente trasferite” scrivono i giudici, sottolineando che questo principio lo aveva enunciato la stessa Commissione in una comunicazione.

Bruxelles tuttavia non ha minimamente esaminato la decisione dei Paesi Bassi sotto questo profilo. E non ha nemmeno verificato se i veri beneficiari dell’aiuto “costituissero imprese o perseguissero compiti di servizio pubblico”.

Il risultato non sorprende, ma rischia di avere conseguenze imprevedibili

Con la sentenza, i giudici annullano la decisione della Commissione Europea, e Bruxelles dovrà condurre un’indagine adeguata. “Un risultato che non sorprende” commenta Maarten Haijer, segretario generale dell’Egba. “Tutta questa vicenda fa nascere seri dubbi sull’iter seguito dai Paesi Bassi, e la Commissione avrebbe dovuto aprire un’indagine formale per fornire delle risposte. Siamo però certi che adesso la Commissione si adeguerà alla sentenza, e rimaniamo a disposizione per fornire dati e elementi”.

Ora, tutto questo porta a chiedersi cosa succederebbe alla fine se la Commissione dovesse stabilire che si tratta di aiuti di Stato. In casi simili infatti intima al Paese membro di recuperare le somme elargite. Il che vorrebbe dire farsi restituire i fondi dalle associazioni benefiche.

Gioel Rigido