National Lottery, Camelot e le altre pronte allo scontro
- Finisce in tribunale la gara per assegnare la quarta licenza della National Lottery
- Tutte e tre le compagnie escluse annunciano ricorso contro la decisione di assegnare la licenza alla Allwyn
- Di fatto, la Camelot ha accusato la Gambling Commission di aver falsato l’esito della gara
- Se la Corte Suprema accogliesse i ricorsi potrebbe annullare l’intera procedura
Regno Unito, Camelot, Sisal e adesso anche Northen and Shell dichiarano guerra alla Gambling Commission, tutte e tre si apprestano a impugnare di fronte alla Corte Suprema la decisione di assegnare alla Allwyn la quarta licenza della National Lottery. La prima a contestare l’esito della gara è stata la Camelot, che nell’arco di quasi tre decenni ha legato indissolubilmente il proprio nome alla lotteria. Di fatto, la compagnia anglo-canadese ha accusato l’ente regolatore di aver falsato l’esito della gara, visto che non ha preso in considerazione un parametri di giudizio particolarmente importante.
Mai una gara così combattuta
Al centro della lite c’è la quarta gara per l’aggiudicazione della National Lottery, una procedura accesissima fin dalle prime fasi. Di compagnie interessate nei mesi scorsi se ne sono fatte avanti parecchie, alcune però hanno deciso di non partecipare. Alla fine in lizza ne sono rimaste quattro, che comunque è un numero relativamente elevato. Nella gara precedente – quella del 2009 – un solo competitor, l’indiana Sugal & Damani, aveva osato sfidare la Camelot.
Al momento di assegnare la licenza, poi, la Gambling Commission ha sottolineato che tutte e quattro le partecipanti avevano le carte in regola per ottenere la licenza. A spuntarla però è stata la ceca Allwyn, che fino a qualche tempo prima era nota come Sazka Group. La Camelot invece è stata nominata aggiudicataria di riserva, mentre la Sisal si è classificata terza.
Camelot, la grande sconfitta
Il risultato ha stupito un po’ tutti. Certo, la Allwyn ha tutte le carte in regola per gestire la National Lottery, questo è fuori discussione. Quello che ha lasciato a bocca aperta è stata l’esclusione della Camelot, perché ha segnato letteralmente la fine di un’epoca. La compagnia anglo-canadese infatti ha gestito la National Lottery fin da quando è nata nel 1994, praticamente per trent’anni consecutivi. E per gli sfidanti sembrava un bando tutta in salita.
Camelot insomma è stata la grande sconfitta della gara, tanto che in molti si sono chiesti cosa ne sarà non solo del quartier generale di Watford – a pochi chilometri da Londra – ma addirittura dell’intera compagnia. La società – che fa capo a un fondo pensionistico canadese – infatti non ha mai sfruttato a pieno il know how maturato nel Regno Unito, e in si è avventurata di rado in altri Paesi. Giusto, nel 2013 si è aggiudicata la gestione della National Lottery Irlandese assieme a An Post, mentre nel 2018 ha ottenuto la gestione della lotteria dell’Illinois. Ma se si escludono queste esperienze, si può dire che non sia mai uscita dal suo regno.
Per Camelot la Commissione ha cambiato e regole in corsa
Com’è facile immaginare, la Camelot fin da subito ha sollevato dubbi nei confronti del verdetto, e come prima cosa ha chiesto chiarimenti alla Gambling Commission. “Quando abbiamo potuto visionare i verbali, siamo rimasti shockati” ha detto il Ceo Nigel Railton. “Abbiamo avviato un confronto serrato con la Commissione, ma l’ente regolatore non è riuscito a dare alcuna spiegazione soddisfacente. Siamo certi che la Gambling Commission abbia assunto una decisione fortemente sbagliata, e a questo punto non ci rimane altra soluzione che quella di rivolgerci a un giudice”.
Da quello che è possibile dire al momento, la Camelot accusa la Commissione di aver cambiato le regole in corsa. Secondo quanto ricostruisce il Telegraph, infatti, la Commissione ha prima formulato una valutazione preliminare. E tra i parametri ha incluso anche le previsioni che gli operatori avevano fatto sulle risorse che avrebbero devoluto alle cause di interesse sociale. Seguendo questo metodo di giudizio, la Camelot risultava la compagnia con il punteggio maggiore, avrebbe quindi vinto la nuova licenza.
Nel giudizio definitivo, tuttavia. l’ente regolatore ha escluso quel parametro. E a quel punto, la Allwyn ha scavalcato Camelot in classifica e ha quindi ottenuto la licenza. Com’è facile immaginare, si tratta di un criterio pesantissimo: da solo assicura il 15% del punteggio finale.
Secondo la Commissione, tuttavia, non c’è nulla di irregolare: “Siamo certi di aver condotto la gara in maniera imparziale e inattaccabile. Abbiamo adottato ogni precauzione possibile per fare in modo che tutti i candidati competessero alle stesse condizioni”.
Le altre compagnie scendono in campo
Camelot aveva già riscosso il sostegno della IGT, il colosso statunitense delle lotterie partecipava in cordata come partner tecnologico. “Intendiamo tutelare i nostri interessi, collegati al ricorso che la Camelot intende avanzare contro la decisione della Gambling Commission” ha spiegato la compagnia, sottolineando che “abbiamo una partnership di vecchia data con la Camelot”.
Sisal e Northen and Shell, invece, non hanno dato dettagli sui ricorsi che intendono presentare. E in particolare non hanno chiarito se condividono la tesi di Camelot. Se la Corte Suprema accogliesse le contestazioni, potrebbe annullare l’intera procedura e obbligare l’ente regolatore a rifare tutto da capo. Il tempo comunque c’è, e la National Lottery non dovrebbe subire contraccolpi: la nuova licenza scatterà nel 2024.