Lan Gate, ADM adesso trasforma le sale in dei Luna Park
- I Monopoli sono al lavoro per tracciare una differenza tra le sale arcade e quelle dedicate agli eSport
- Con il CONI siglano un protocollo per tutelare gli apparecchi che vengono usati per allenare gli atleti
- Per consentire alle sale Lan di tornare al lavoro ricorrono alla disciplina dei Luna Park
- L’escamotage tuttavia non sembra produrre effetti pratici
Si lavora su più fronti per risolvere il Lan Gate, l’operazione condotta a fine aprile ha dimostrato che le sale dedicate agli eSport si trovano in una zona grigia e il settore – che in questo periodo sta crescendo a dismisura – rischia la paralisi se non si fa chiarezza al più presto. E per tamponare l’emergenza, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha pubblicato una decina di giorni fa una circolare esplicativa. In sostanza adesso le sale Lan vengono considerate degli spettacoli viaggianti e devono richiedere le relative autorizzazioni. Un’operazione che desta però parecchi dubbi, sembra più un tentativo di prendere tempo, visto che i termini son senza dubbio più favorevoli.
Ma i funzionari dell’ADM sono anche al lavoro su una soluzione definitiva e nei giorni scorsi hanno incontrato alcuni esponenti del settore proprio per esaminare tutte le problematiche. Al momento, si pensa di inserire una norma apposita nel Tulps, per chiarire cosa sono esattamente gli eSport e le sale Lan, e tracciare una linea netta con le sale arcade.
Il protocollo con il CONI
E sulla vicenda potrebbe anche influire il protocollo che l’Agenzia ha firmato con il CONI. Nel documenti si stabilisce che tutti gli apparecchi da intrattenimento che si trovano all’interno di un’associazione sportiva e vengono utilizzati a fini agonistici non sono sottoposti alla disciplina delle comma 7. Il motivo è chiaro, si intende tutelare quelle macchine che vengono usate per allenare degli atleti.
Ora, il protocollo è stato pensato per i biliardi e biliardini, ma anche gli eSport stanno cercando di farsi riconoscere come disciplina sportiva. Questo apre solo un piccolo spiraglio per le sale Lan, dovrebbero trasformarsi in associazioni sportive e privilegiare il carattere agonistico dei prodotti che offrono. Ma potrebbero consentire di giocare solo agli sport elettronici e simulati, i videogame come Fortnite sono del tutto estranei all’attività del CONI.
La concorrenza alle sale arcade
Il problema di fondo è a far convivere le sale Lan e le sale arcade. Gli eSport infatti sono molto simili ai videogame che si trovano nelle sale giochi per famiglie, se si pensa ai simulatori la differenza è veramente esigua. Solo che i videogame sono sottoposti a una normativa ferrea, quella appunto degli apparecchi da intrattenimento senza vincite in denaro. Basti dire che macchine e software devono essere certificati da appositi enti e l’iter ha un costo piuttosto elevato.
Per le sale Lan invece il quadro normativo è molto meno chiaro, alla fine si tratta di un fenomeno relativamente recente, e nessuno sa bene come classificarle. Probabilmente nemmeno l’Amministrazione si era posta il problema. Il risultato è che queste attività non pensavano di dover chiedere autorizzazioni specifiche, di certo non credevano di dover rispettare i rigidi iter di certificazione.
Per le sale arcade, tuttavia, la convivenza è diventata pesante. Un operatore in particolare ha presentato un esposto spiegando che questa situazione poteva essere definita una concorrenza sleale. A quel punto i Monopoli hanno deciso di intervenire, a fine aprile hanno ispezionato alcune sale, hanno sequestrato le consolle, e hanno erogato sanzioni pesantissime. Il tutto applicando la normativa sugli apparecchi senza vincita in denaro.
Le polemiche sui sequestri
Ora, la soluzione non è così semplice, non basta dire che da oggi in poi le sale Lan devono rispettare la normativa delle sale giochi. Tanto per iniziare non è facile certificare le consolle e i software. L’obbligo ricadrebbe sulle case produttrici e sui distributori, che per tutto il mondo dovrebbero seguire un iter, e per l’Italia un altro. O meglio, lo dovrebbero seguire per le macchine e per i videogiochi destinati alle sale perché quelli per uso privato non hanno nessun limite. Insomma, probabilmente non si prenderebbero una simile bega, e semplicemente l’Italia dovrebbe rinunciare alle sale Lan.
Insomma, il Lan Gate ha aperto una frattura enorme, ciascuna delle due parti ha le proprie ragioni e trovare un rimedio non è fasile. La vicenda è addirittura finita al centro di alcune interrogazioni parlamentari, ma il sottosegretario al Ministero dell’Economia Federico Freni non ha preso una posizione netta. Da un lato ha chiesto tempo per esaminare meglio la questione, dall’altro ha promesso un quadro normativo più chiaro.
Per ora le sale Lan diventano dei luna-park
Il dato di fatto è che la maggior parte delle sale ha sospeso le attività in attesa che il quadro diventi più chiaro. I Monopoli quindi hanno emesso una circolare esplicativa. In sostanza, hanno assoggettato provvisoriamente le sale Lan alla disciplina degli spettacoli viaggianti. Entro il 1° luglio prossimo dovranno chiedere le autorizzazioni previste per questa forma di intrattenimento. Poi però – ma probabilmente nel frattempo verrà adottata una disciplina specifica – avranno tempo fino a fine 2023 per certificare le macchine.
Quello che si può dire al momento, leggendo le varie norme, è che gli eSport non hanno molto a che spartire con questa forma di intrattenimento. Il Tulps li definisce come quegli spettacoli espongono “alla pubblica vista rarità, persone, animali, gabinetti ottici o altri oggetti di curiosità”. Una terminologia che ricorda Dumbo o – peggio – Elephant Man. Comunemente, comunque, sono i circhi e i luna-park. Che peraltro non devono essere necessariamente viaggianti, possono anche essere stabili. Soprattutto se pensiamo ai luna-park, qualche nesso ci può essere.
Per inciso, non è la prima volta che in questa storia compaiono gli spettacoli viaggianti. Da quello che hanno raccontato gli operatori, una delle sale Lan che era stata controllata a aprile non avrebbe subito sequestri proprio perché aveva ottenuto la licenza di spettacolo viaggiante. Probabilmente non sapremo mai se sia stato questo episodio, o una valutazione ponderata, a spingere l’ente regolatore verso questa soluzione.
L’operazione non è perfettamente riuscita
Ci sono però delle forzature. Quasi sempre gli spettacoli viaggianti ospitano anche degli apparecchi da intrattenimento. Ci sono certamente anche i videogame, ma meglio non nominarli visto che il problema è proprio distinguere gli eSport dagli arcade. E poi ci sono dondolanti, pesche magiche e ruspe (quei giochi in cui una pala meccanica fa avanti e indietro spingendo dei gettoni, e il giocatore deve inserire una monetina tentando di farne cadere delle altre). Macchine insomma che poco hanno a che fare con il simulatore di una corsa di Formula1.
Il dubbio maggiore però nasce dal fatto che pure i circhi o i luna-park devono certificare le macchine, anche se appunto beneficiano di termini favorevoli. Insomma, i Monopoli hanno circa un anno e mezzo per capire cosa sono gli eSport, e trovare qualcosa per distinguerli in modo netto dai normali videogiochi.