Il Piemonte ha deciso: le slot non possono tornare nei bar
- Il Piemonte stabilisce che i bar non potranno reistallare le slot che hanno tolto a causa della legge del 2016
- Il chiarimento però arriva quando alcuni Comuni hanno già emesso delle autorizzazioni
- Oltretutto la legge della scorsa estate sembra affermare il contrario
- Intanto però la Giunta riscrive la norma sul lettore di tessera sanitaria, adesso basta la carta di identità
Il Piemonte prova a fare un po’ di ordine sulla nuova legge regionale sul gioco, sia con alcuni chiarimenti interpretativi, sia con un nuovo testo che dovrebbe correggere alcuni errori commessi nella fretta. Alcune soluzioni però non convincono in pieno, in particolare la scelta di impedire ai bar di rimettere le slot che hanno tolto anni fa, a causa del distanziometro. Il problema però è che questa spiegazione arriva qualche mese dopo l’approvazione della legge, e a quanto pare alcuni Comuni hanno già autorizzato alcuni di questi esercizi generalisti a re-istallare le macchinette.
Le distanze del 2016 ha messo K.O. il gioco
Tutto nasce nel 2016, quando il Piemonte ha approvato una prima legge sul gioco che imponeva un distanziometro molto rigido. Nei Comuni di maggiori dimensioni non si potevano istallare slot a meno di 500 metri dai vari luoghi sensibili, in quelli di dimensioni minori la distanza era di 400 metri.
Per gli esercizi già aperti la tagliola non scattava subito, la Regione aveva concesso un periodo di tempo per adeguarsi. I primi a dover rispettare le distanze ne 2017 sono stati le tabaccherie, i bar e gli altri esercizi generalisti. Nel 2019 è arrivato il turno delle sale che erano state aperte prima del 2014, a maggio scorso poi è scattato l’ultimo termine, quello delle sale autorizzate dal 2015 in poi.
I correttivi della scorsa estate
La nuova legge – quella che punta a mitigare questo regime delle distanze – è stata approvata solo a luglio scorso, dopo un lunghissimo braccio di ferro in Consiglio Regionale. Anche la maggioranza si è mostrata divisa sul da farsi, tanto che ha rimaneggiato diverse volte le norme. Nel testo che ne è uscito fuori si percepiscono tutti questi ripensamenti, e questo ha fatto nascere fin da subito una serie di dubbi. Oltretutto il correttivo è entrato in vigore quando era ormai troppo tardi: la vecchia legge aveva già prodotto tutti i suoi effetti. Gli operatori ad esempio hanno sempre sostenuto che il numero delle slot istallate nella Regione sia stato decimato.
La nuova norma comunque, tra le varie misure, ha ridotto i distanziometri di 100 metri (quindi 400 metri nei Comuni maggiori e 300 in quelli più piccoli). E ha consentito agli esercizi che si trovano in questa fascia di rimettere le slot che avevano dovuto togliere. Ma, appunto, non era chiaro quali esercizi riguardasse questa previsione, se le sole sale slot e agenzie di scommesse, o anche i generalisti, i bar in particolare.
I chiarimenti della Regione sui bar e il rischio dei ricorsi
Molti Comuni hanno così chiesto chiarimenti alla stessa Regione, alcuni – a iniziare da Torino – hanno deciso di non rilasciare autorizzazioni fino a quando i dubbi non fossero stati risolti. Palazzo Lascaris dal canto suo si è confrontato con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e alla fine ha pubblicato qualche giorno fa il responso sulle FAQ del proprio sito. In sostanza, non c’è nessun problema per le tabaccherie, i bar invece non possono rimettere le macchinette. Ma questa interpretazione potrebbe scatenare una serie di ricorsi.
Ora, tutto questo causa due grossi problemi. Prima di tutto, bisogna capire come reagiranno i bar che non verranno autorizzati. La legge della scorsa estate in questo caso parla infatti di esercizi già autorizzati dall’ADM, e secondo molti operatori questa definizione ricomprende anche i bar. Questi esercizi infatti – al pari delle tabaccherie e delle sale da gioco – devono essere iscritti nel registro RIES, e l’iscrizione rappresenta a tutti gli effetti un’autorizzazione.
Ma poi, occorre capire cosa succederà a quei bar che le slot le hanno già rimesse nei mesi scorsi. E sembra ce ne siano diversi. Da quanto si apprende dagli operatori, infatti, alcuni Comuni avrebbero comunque rilasciato l’autorizzazione senza attendere i chiarimenti della Regione.
Intanto la Giunta ritorna sul lettore di tessera sanitaria
Intanto la Giunta Regionale ha già approvato un ulteriore testo per rivedere alcune delle norme poco chiare contenute nella legge della scorsa estate. Nel pacchetto ci sono anche le correzioni che aveva chiesto il Consiglio dei Ministri: la Regione sembrava essersi arrogata delle competenze riservate allo Stato e il conflitto rischiava di finire di fronte alla Corte Costituzionale.
Ma poi c’è anche la norma sul lettore di tessera sanitaria, in pratica la Regione chiedeva che ne fossero dotate anche le normali AWP, la legge nazionale invece prevede che venga istallato invece sulle sole Vlt. L’intento era di impedire ai minori di giocare alle slot, ma la misura avrebbe creato una situazione paradossale: con le normali slot senza lettore istallate in 19 Regioni, mentre nel solo Piemonte sarebbe stato necessario produrre delle macchine ad hoc con il lettore.
Adesso la Giunta chiarisce che fino a quando il lettore non sarà richiesto in tutta Italia, i giocatori potranno esibire la semplice carta di identità. Detto così, però, sembra quello che succede in qualunque parte del Paese, ogni volta che il titolare di una sala ha dubbi sull’età del giocatore.