Il Brasile apre alle scommesse, ma per 120 giorni
Il Brasile ci riprova, e per il momento legalizza le scommesse online. Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha però firmato un decreto provvisorio. E questo vuol dire che il Congresso Nazionale dovrà adesso convertirlo in una legge definitiva entro 120 giorni, altrimenti il testo decadrà.
Il decreto provvisorio comunque in questo lasso di tempo ha valore di legge a tutti gli effetti. In sostanza il Ministero delle Finanze brasiliano – che ha il compito di sorvegliare il settore – potrebbe iniziare da subito a distribuire licenze. E da quanto emerge, il Dicastero è già al lavoro per costituire la SNJA, l’ente regolatore.
Un cammino durato 4 anni si ferma all’ultimo miglio
Il testo varato da Lula ha subito diverse modifiche rispetto alla legge su cui il Brasile ha lavorato per quattro anni. L’impianto risale infatti al 2018, anche se poi è stato votato in via definitiva solo alla fine del 2022. Negli ultimi mesi del proprio mandato, l’ex-presidente Jair Bolsonaro, ha tuttavia deciso di non ratificare la legge. E in sostanza ne ha affossato il cammino proprio quando mancava l’ultimo passaggio.
A quel punto, anche se i sostenitori della legalizzazione cercavano una scappatoia, le speranze erano ridotte al lumicino. Il dibattito si è riaperto solo perché nei primi mesi dell’anno sono emersi numerosi casi di match-fixing. E quindi anche l’opinione pubblica ha iniziato a spingere per la legalizzazione delle scommesse. Senza contare che il divieto non sembra produrre effetti particolari: secondo le stime in Brasile esiste già un mercato illegale che attrae tra i 6,4 e i 12 miliardi di dollari di giocate ogni anno.
Arrivano solo le scommesse, ma porte aperte ai bookmaker esteri
Ma appunto, tutto questo ha portato a approvare un testo molto diverso. Il decreto provvisorio legalizza solo le scommesse sportive, la legge del 2018 invece consentiva casinò e slot online, scommesse ippiche e una serie di altri giochi, tra cui il jogo de bicho, una lotteria molto amata dai brasiliani.
La tassazione poi passa dal 16 al 18% dei ricavi, e l’incremento servirà a sostenere il Ministero dello Sport. Inizialmente doveva percepire una quota pari all’1% dei ricavi, adesso otterrà il 3%. Sembrano destinati a salire anche i costi delle licenze, anche se il decreto provvisorio non interviene sulla questione e si attende un provvedimento attuativo. In base alla legge del 2018, il costo era di 22,2 milioni di real, adesso – secondo indiscrezioni – arriverà a 30 milioni (circa 6 milioni di euro). Il decreto consente però in maniera esplicita agli operatori stranieri di ottenere una licenza, la legge del 2018 non era molto chiara sulla questione.
Il decreto provvisorio detta regole più rigide sulla pubblicità e sulle campagne di marketing. Gli operatori, in particolare, dovranno rispettare gli standard fissati dall’autorità di autoregolamentazione. E dovranno promuovere il gioco responsabile con dei messaggi di avvertimento e delle campagne mirate. E non potranno acquistare i diritti per trasmettere eventi sportivi. La legge del 2018, infine, non prevedeva venisse costituito l’ente regolatore.