Florida, i Seminole vincono la battaglia per le scommesse online
Anche in Florida si litiga sui confini che si possono mettere al gioco online, anche se in questo caso a darsi battaglia sono alcuni operatori che si contendono un mercato in piena crescita, quello delle scommesse su internet. Due casinò infatti contestano il monopolio che nel 2021 il governatore Ron DeSantis ha riconosciuto alla tribù di nativi americani dei Seminole.
Una legge troppo vecchia per parlare di internet
La normativa della Florida in materia di gioco tribale è molto frastagliata, e soprattutto risale a un periodo in cui la rete – almeno quella che oggi indichiamo con il termine internet – stava per muovere i primi passi. L’impianto originario lo ha dettato infatti l‘Indian Gaming Regulatory Act del 1988, legge con cui il Congresso degli Stati Uniti ha accordato ai nativi americani il diritto di aprire dei casinò e offrire gioco sulle proprie terre.
L’accordo del 2021 e le polemiche degli altri operatori
Nel 2021, poi, il governatore DeSantis e Marcellus Osceola – che guida il consiglio della tribù dei Seminole – hanno firmato un accordo che consente ai nativi americani di raccogliere anche delle scommesse sportive. L’accordo copriva esplicitamente le scommesse online: a patto che i server fossero ospitati all’interno dei terreni Seminole, e la tribù avrebbe potuto raccogliere puntate in qualunque parte dello Stato.
Così è avvenuto, tanto che i nativi americani hanno anche lanciato un’app per mobile con il brand Hard Rock Sportsbook. Il governo nazionale ha avuto comunque il suo bel tornaconto, visto che la tribù si è impegnata a versare 2,5 miliardi di dollari nell’arco di cinque anni.
Questa attività però – sostengono il Magic City Casino e la Bonita Springs Poker Room, le due case da gioco che hanno intrapreso la battaglia legale – contrasta con la legge del 1988. L’Indian Gaming Regulatory Act infatti consentiva di raccogliere gioco sono su terreni di proprietà dei Seminole, e non in tutto lo Stato. E ovviamente, l’attività online si traduce in un grosso svantaggio commerciale per i competitor.
I giudici in disaccordo
Una tesi che inizialmente ha fatto presa nei tribunali. Già nel novembre del 2021, il tribunale distrettuale della Columbia ha annullato non solo le clausole che riguardavano l’online, ma anche altre parti dell’accordo. La sentenza però è stata impugnata anche dal Dipartimento degli Interni della Florida, che tra le varie competenze si occupa anche del gioco tribale.
La palla è quindi passata ai giudici di appello che lo scorso giugno. E questi ultimi hanno stabilito che la legge del 1998 non riguardi solamente le operazioni condotte su suolo indiano. Qualche giorno fa poi, c’è stata un’ulteriore conferma. La Corte d’Appello del distretto della Columbia ha infatti deciso di non ri-ascoltare il ricorso intentato dalle due case da gioco. Questa sentenza comunque non chiude la vicenda, i casinò possono ancora intentare altri rimedi giudiziari, tra cui un ricorso alla Corte Suprema. E visto che si tratta di far cadere un monopolio, è probabile che non si daranno per vinte.
Le scommesse sono ancora ferme
Intanto però i Seminole – che fin dalla prima sentenza del 2021 hanno interrotto la raccolta delle scommesse – non hanno ancora rimesso in funzione l’app. Formalmente non hanno commentato gli ultimi sviluppi giudiziari. E nemmeno hanno dato anticipazioni sulla data in cui si potrà tornare a scommettere. Di certo però stringeranno i tempi per non perdere l’appuntamento con il Super-Bowl – che è in programma per l’11 febbraio – tradizionalmente l’evento su cui gli americani scommettono di più.