eSport: sequestro sale LAN, il Governo sconfessa ADM
- ADM sequestra 3 sale Lan e stacca sanzioni fino a 2 milioni di euro
- Secondo l’ente regolatore queste attività devono rispettare le stesse regole delle normali sale giochi
- Nelle sale Lan si gioca agli eSport, ma spesso la differenza con i videogiochi non è grande. E per le normali sale giochi è concorrenza sleale
- Nel mondo degli eSport scoppia il panico, molte sale sospendono le attività in attesa di chiarimenti
- La vicenda finisce al centro di un’interrogazione parlamentare, e il Governo sembra sconfessare ADM
Arriva in Parlamento la vicenda delle sale dedicate agli eSport che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha sequestrato una settimana fa, il Governo però sembra smentire il proprio ente regolatore, nei prossimi mesi si preannuncia insomma uno scontro acceso per stabilire che regole applicare alle arene in cui si gioca con le Xbox e le Playstation.
Secondo l’Amministrazione, infatti, queste consolle sono simili ai videogame delle normali sale giochi, e quindi devono rispettare le stesse regole. Il sottosegretario all’Economia Federico Freni – rispondendo a un’interrogazione parlamentare – invece sembra convinto che le due tipologie di macchina siano differenti, e non vadano confuse le une con le altre.
La corsa sfrenata degli sport virtuali
La notizia del sequestro delle sale ha avuto un’eco incredibile, gli eSport da qualche anno a questa parte sono diventati molto più di un semplice fenomeno di costume. Nel 2021 – a livello mondiale – hanno generato ricavi per 1,1 miliardi di dollari, e la crescita è inarrestabile, entro il 2024 supereranno gli 1,6 miliardi. Anche perché, gli sport virtuali sono considerati delle discipline sportive a tutti gli effetti. Tanto che potrebbero essere introdotti in via sperimentale nelle Olimpiadi di Parigi del 2024, e dovrebbero entrare ufficialmente nel medagliere da Los Angeles 2028.
Gli sport virtuali vanno forte anche in Italia, da noi generano ricavi per 50 milioni l’anno, e anche in questo caso i margini di crescita sono enormi. Le sale Lan (Local area network) sono nate un po’ ovunque, in sostanza si gioca agli stessi videogame della Xbox e della Playstation, ma con schermi e device molto più coinvolgenti. A volte vengono organizzati veri e propri tornei, e con internet ci si può scontrare con giocatori a centinaia di chilometri di distanza. Un giro di vite potrebbe avere quindi ripercussioni enormi, senza contare che gli atleti italiani rischiano di perdere terreno rispetto agli avversari di altri Paesi.
Le sale da gioco soffrono la concorrenza sleale
Il successo di questi giochi ha comunque avuto delle pesanti ripercussioni su altri settori. Tanto che c’è chi arriva a sostenere che le sale degli eSport esercitino una concorrenza sleale nei confronti delle sale giochi tradizionali. Lo ha spiegato Sergio Vittorio Milesi, titolare della Led Srl – società che gestisce una serie di sale giochi per famiglie – in un esposto che ha presentato all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Milesi ha infatti ricordato che le sale da gioco devono rispettare un regolamento ferreo varato dall’ADM del maggio 2021. Ci sono ad esempio “le caratteristiche tecniche di ogni apparecchio, quali ad esempio caratteristiche tecniche, software istallato, tipologia del gioco, collegamenti alla rete internet”. Oltretutto, macchine, schede e software devono essere certificati da enti appositi, e questo chiaramente fa lievitare i costi di esercizio.
Le sale lan – si sostiene ancora nell’esposto – dovrebbero osservare le stesse restrizioni. Oltretutto, in alcuni casi le macchine sono praticamente le stesse, basta pensare ai simulatori che permettono di partecipare a una gara automobilistica. “Sono molto simili ad apparecchi della categoria comma 7 che la nostra Società, sostenendo onerosi costi, nel rispetto delle norme è obbligata a omologare tramite gli enti preposti” ha spiegato ancora Milesi. E invece, le sale lan fino a oggi sembrano aver operato in una zona grigia.
Per ADM, il regolamento del 2021 riguarda anche le sale Lan
In realtà, l’ADM nel maggio 2021 ha varato un regolamento dedicato agli apparecchio senza vincita in denaro, categoria che ricomprende un po’ di tutto, dal flipper, al videogame, fino alle giostrine per bambini. E secondo l’Amministrazione questo regolamento riguarda anche le consolle: ricadrebbero tra quelle che in gergo vengono classificate come comma 7c-ter. Anche queste macchine dovrebbero sottostare al rigido sistema delle certificazioni. Peraltro, la definizione che danno i Monopoli è così ampia che potrebbe ricomprendere anche un tablet, o un pc all’interno di un internet point.
Il regolamento detta una serie di regole e divieti. Ad esempio, gli apparecchi – dai videogame alle consolle – devono avere un codice identificativo e una scheda tecnica che ne riassuma le caratteristiche. Non possono riprodurre giochi come il poker e il black-jack, non possano assegnare premi in denaro, e non possono violare le norme sui diritti di autore. E poi appunto devono essere certificati da un soggetto autorizzato.
Tutto questo serve a tracciare un confine netto tra videogiochi e gambling. E anche a facilitare i controlli: basta consultare la scheda tecnica per capire che macchina si ha di fronte. Ha un senso se si tratta di apparecchi prodotti in piccola serie, magari da aziende che non tutti conoscono. Suona molto strano invece quando sia ha a che fare con una Xbox o una Playstation, e con giochi come Fortnite e Fifa 22.
Il blitz del 30 aprile
L’ente regolatore dal canto suo sembra convinto di questa interpretazione. Il 30 aprile scorso ha infatti effettuato dei controlli in alcune sale, ha sequestrato tutti gli apparecchi e le consolle contenuti in tre attività, e ha elevato sanzioni fino a 50mila euro per ciascuna postazione. Nel caso dell’eSports Palace di Bergamo, il conto sfiora i 2 milioni di euro.
La notizia ha gettato il settore nello scompiglio. Molte altre arene invece hanno deciso di sospendere le attività in attesa di chiarimenti. Il problema non è che le sale non hanno voluto rispettare la normativa, ma che erano convinte di non doverlo fare, visto che gli eSport sono un mondo del tutto differente da quello dei videogame. Oltretutto, un’applicazione rigida del regolamento provocherebbe una serie di effetti collaterali, tanto per fare un esempio le grandi catene di elettrodomestici non potrebbero allestire delle aree prova per i clienti.
Va detto pure che gli ispettori hanno passato al setaccio anche una quarta sala, senza tuttavia riscontrare alcuna irregolarità. Alcuni sostengono tuttavia che si tratti di un parco tematico, quindi un’attività più vicina a una sala giochi che a un’arena. Insomma, non è chiaro se una parte delle sale lan abbia seguito l’orientamento dell’ADM.
Nessuno stop a eventi e tornei, basta rispettare le regole
ADM a quel punto ha dovuto prendere posizione, e ha spiegato che nelle sale sequestrate c’erano delle macchine “prive di ogni forma di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato”. E ancora, uno dei tre operatori coinvolti “all’atto della presentazione della segnalazione certificata d’inizio attività all’Ente comunale, dichiarava di installare videogiochi che, tuttavia, erano completamente privi di certificazione e titoli autorizzatori”.
I Monopoli hanno anche cercato di tranquillizzare gli animi sugli eventi sportivi e le fiere. “Tutte le manifestazioni di settore, comprese le fiere tematiche e l’esercizio del gioco nelle stesse sale lan, non sono in alcun modo pregiudicate”. Anche se poi hanno sottolineato che queste manifestazioni devono essere “svolte nel rispetto delle regole di settore”.
La mezza risposta del Governo
Della vicenda si sono quindi occupati diversi politici, una delegazione del Movimento 5 Stelle è andata direttamente ai Monopoli di Stato per chiedere chiarimenti. Gli onorevoli Giulio Centemero e Daniele Belotti della Lega ha invece presentato un’interrogazione parlamentare. Il Sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha però preso tempo, e ha chiesto di rinviare la risposta per “acquisire ulteriori elementi relativi alla chiusura delle sale”.
Freni ha però dato alcune anticipazioni. “Il Governo, in considerazione della notevole rilevanza del settore, sta valutando l’adozione di iniziative normative” per riconoscere le consolle degli eSport. E ha accennato anche al progetto di istituire “una federazione che sovrintenda all’organizzazione del gaming sportivo”.
Ma soprattutto ha inserito un inciso che pesa come un mattone. Gli apparecchi usati per gli sport virtuali “non devono essere confusi con quelli di cui all’articolo 110, comma 7”, quindi con i videogame. Insomma sarebbero due cose ben diverse, il che sembra sconfessare i sequestri. Tanto che Belotti ha replicato chiedendo di “sospendere le pesanti sanzioni irrogate dall’Agenzia”.