Col lockdown gli scommettitori non sono scappati al casinò
- Una ricerca internazionale ha messo a confronto le abitudini degli scommettitori prima e durante il lockdown
- Gli appassionati delle scommesse, orfani dello sport, non si sono riversati in massa nei casinò online
- Tutti hanno ridotto la spesa, anche gli utenti che giocano più assiduamente, anche se non di molto
Durante il lockdown, gli appassionati delle scommesse sportive non si sono buttati in massa sui giochi da casinò per compensare l’assenza di campionati e coppe. Anzi, se prima giocavano a slot e roulette, una volta esplosa la pandemia hanno ridotto anche questa attività. E’ quanto emerge da uno studio internazionale condotto sui dati pre e durante il Covid messi a disposizione da un bookmaker – che però preferisce rimanere anonimo – che secondo i ricercatori sfaterebbe alcuni miti. “Enti regolatori, esperti di settore, e associazioni di sostegno nelle scorse settimane si sono interrogati su come i giocatori avrebbero reagito alla chiusura delle scommesse” commentano infatti. “Il timore era che avrebbero impiegato tutto il tempo che era costretti a passare a casa giocando online, e che in particolare gli appassionati delle scommesse, a causa dello stop agli sport si sarebbero spostati verso altri tipi di gioco”.
La ricerca si intitola “Gambling Before and During the COVID-19 Pandemic Among European Regular Sports Bettors“; a condurla ricerca sono stati Mark D. Griffiths dell’Unità Internazionale per la Ricerca sul Gioco dell’Università di Nottingham, Doris Malischnig dell’Ufficio Dipendenze e Politica Antidroga di Vienna e Michael Auer dell’istituto di ricerca tedesco Neccton. Nello studio hanno analizzato le abitudini di gioco di 5.396 scommettitori – circa il 70% dei quali è solito frequentare anche i casinò online – di Germania, Svezia, Norvegia e Finlandia. E hanno messo a confronto i comportamenti tenuti dall’inizio dell’anno fino al 7 marzo – data che grossomodo coincide con l’inizio del lockdown – con quelli emersi a partire dall’isolamento fino al 30 aprile.
Cala drasticamente il numero di giocatori
Il primo dato che emerge è che, una volta esplosa la pandemia, sia il numero di giocatori attivi, sia il totale delle giocate si sono ridotti notevolmente. I picchi, sa prescindere dal lockdown, si registrano durante i weekend; ma poi una volta attuate le restrizioni, il numero dei giocatori attivi e gli importi spesi si sono ridotti di due terzi, se non addirittura di tre quarti, rispetto a quelli di partenza.
Come sono cambiate le abitudini dei diversi tipi di giocatore
Il campione dei giocatori è stato diviso in diverse categorie, a seconda della frequenza con cui hanno scommesso o degli importi puntati. L’obiettivo è capire se questi utenti si siano spostati sui casinò online, e occorre sottolineare che stiamo sempre parlando di persone che scommettono con una certa regolarità, e che quindi avrebbero dovuto soffrire in particolar modo della chiusura dei campionati. Ma tra quelli che lo fanno a ritmi meno sostenuti – ovvero quelli che hanno piazzato scommesse almeno 5 volte, in 5 settimane differenti prima della chiusura – c’è stato un cambiamento deciso. I ricercatori hanno rilevato che in questa categoria il 76% giocava anche a slot e roulette online. Dopo il 7 marzo, la quota è però scesa al 60%. La forbice si è man mano ridotta con l’aumentare della frequenza, ad esempio tra quelli che hanno piazzato scommesse in 8 settimane differenti prima del lockdown, è emerso che il 77% era solito anche giocare nei casinò online, e poi la quota è scesa al 68% durante la chiusura. Il divario si riduce drasticamente nel caso degli scommettitori assidui – quelli che hanno piazzato scommesse in ognuna delle 10 settimane prima della chiusura – ma comunque un calo c’è stato: si è passati dal 79 al 76%.
I 5.400 scommettitori sono stati poi divisi in 10 categorie sulla base di quanto puntavano ai casinò online. Le fasce più basse hanno sensibilmente ridotto la spesa effettuata nei casinò online, praticamente l’hanno dimezzata. Per quelle più alte, invece, si registra una lieve contrazione, ma comunque anche queste categorie hanno puntato meno. I ricercatori hanno poi cercato di capire se fosse aumentato il numero delle sessioni di gioco, ma contrariamente alle attese tutte le fasce hanno ridotto la frequenza. Anzi, in questo caso, la differenza è grossomodo sempre lo stessa. “Quando le scommesse sono state interrotte per il Covid-19, gli scommettitori più assidui non sembrano aver mutato abitudini per quanto riguarda i casinò online. Nel senso che non le hanno intensificate, e neppure le hanno contenute”, commentano gli autori dello studio.
Servirebbero però più dati
Ci sono però dei limiti che gli stessi autori della ricerca mettono in evidenza. A iniziare dal campione: lo studio si basa sugli utenti di quattro Paesi – appunto Germania, Svezia, Norvegia e Finlandia. Possibile quindi che altrove i giocatori si siano comportati diversamente. Inoltre, i dati sono stati forniti appunto da un solo operatore, e non consentono quindi di ricostruire tutte le abitudini di gioco degli utenti. Giusto per fare un esempio, bisogna mettere in conto che questi scommettitori abbiano preso a frequentare il casinò online di un competitor. Ma per i ricercatori, comunque, la paura che il blocco dello sport potesse provocare un boom dei giochi da casinò “appare infondata”.