Belgio, i giudici difendono il divieto di pubblicità
Belgio, il regio decreto che vieta la pubblicità di giochi e scommesse è legale. Lo ha stabilito il Tribunale di Primo Grado di Tournay, respingendo i vari ricorsi che avevano intentato non solo le associazioni del settore, ma anche le leghe di diversi sport e svariati club. La prima sentenza è arrivata a fine giugno, subito prima che scattasse il termine di entrata in vigore del decreto. Il divieto di pubblicità si applica quindi dal 1 luglio, anche se per le sponsorizzazioni c’è un po’ di tempo per adeguarsi.
Il divieto di pubblicità e le deroghe
Il giro di vite è stato approvato definitivamente in primavera. Sostanzialmente viene vietata qualunque forma di pubblicità del gioco. Sono però previste delle piccole deroghe, ad esempio gli operatori possono inserire dei banner e dei messaggi promozionali sui propri siti di gioco.
I cartelloni pubblicitari all’interno degli stadi saranno vietati a partire dal 2025, le sponsorizzazioni dei club invece potranno andare avanti fino al 2028. Questi termini più flessibili evidentemente servono a dare alle squadre il tempo necessario per trovare dei nuovo partner.
La contestata esenzione della Lotteria Nazionale
Nessun divieto invece per la lotteria nazionale che potrà continuare a pubblicizzare i propri prodotti senza alcun problema. Una decisione che è stata fortemente criticata. E non solo perché la lotteria è probabilmente il soggetto che effettua più pubblicità, da sola copre il 40% della spesa complessiva di marketing. Alcuni hanno sostenuto che abbia condotto una vera e propria azione di lobby per ottenere l’esenzione. Tanto che la lotteria nazionale è dovuta intervenire pubblicamente.
“La lotteria ha solo portato all’attenzione del governo il fatto che il monopolio statale che gestiva ha subito un duro contraccolpo a causa dell’arrivo di una serie di operatori privati. E che i settori dei casino games e delle scommesse stanno prosperando grazie un sistema normativo ancora da rafforzare. Inoltre, questi operatori privati sono sostanzialmente la causa dell’aumento delle dipendenze” sosteneva la compagna in un comunicato.
Il mondo politico era spaccato
L’iter di approvazione del testo, insomma, è stato caratterizzato da aspre polemiche, gli stessi politici della maggioranza hanno dato vita a un acceso dibattito. E persino l’ente regolatore del gioco ha espresso forti riserve. Le polemiche non si sono calmate nemmeno quando la normativa è stata approvata. Diverse associazioni di settore hanno ripetuto in più occasioni che lo stop alla pubblicità si sarebbe trasformato in un regalo per il mercato nero.
Per i giudici li stop è legittimo
E quanto sia alta la tensione lo dimostra anche il fatto che diversi club sportivi e associazioni abbiano contestato il divieto nei tribunali. I ricorsi sono arrivati a decine, tanto che alcuni esponenti del governo hanno ipotizzato fosse una strategia ben precisa per cercare di ottenere almeno una sentenza favorevole. Alcuni tribunali però hanno preferito riunire dei ricorsi.
In generale i giudici hanno riconosciuto che il divieto è perfettamente legittimo e risponde a interessi di carattere generale. Ai club sportivi, in particolare, hanno fatto notare che lo stop alle sponsorizzazioni entrerà in vigore tra cinque anni, e c’è pertanto tutto il tempo necessario per prepararsi.
“La nuova norma può finalmente entrare in vigore” ha commentato il ministro della giustizia Vincent van Quickenborne. “Da oggi in poi possiamo assicurare una maggiore tutela ai giocatori problematici e ai minori”.