Arriva il parental control per tutelare i minori sul web
Scatta l’obbligo di adottare il parental control per le utenze telefoniche domestiche e su mobile, e tra i contenuti che i genitori potranno bloccare per proteggere i figli minorenni c’è anche il gambling. Lo ha stabilito l’AgCom, l’Autorità garante per le telecomunicazioni, nelle linee guida che ha appena pubblicato. In sostanza le compagnie telefoniche dovranno fornire gratuitamente questi strumenti ai propri abbonati. E lo dovranno fare entro il prossimo ottobre. L’unica eccezione sono le utenze business, per le quali i filtri non saranno necessari.
Cosa prevedono le linee guida
Nelle linee guida l’Autorithy ha stilato un primo elenco. Diversi i contenuti che potranno essere bloccati. Oltre al gambling, ci sono pornografia e contenuti per adulti, anonymizer (gli strumenti che rendono anonima la navigazione), armi, sette religiose, violenza, odio e discriminazione, promozione di pratiche che secondo la ricerca medica possono danneggiare la salute.
Le compagnie telefoniche devono dotarsi di sistemi di controllo, o di filtri che svolgano funzioni analoghe. Questi strumenti dovranno essere quantomeno in grado di bloccare i siti web che ospitano contenuti vietati. Nelle offerte dedicate ai minori, dovranno essere impostati di default sulle offerte dedicati ai minorenni. Negli altri casi potranno essere impostati dai genitori.
I filtri si potranno impostare tramite apposte app, o accedendo all’area riservata dell’utenza. L’intestatario del contratto però dovrà farsi identificare con lo Spid, un Pin, o altri strumenti analoghi. Il Garante sottolinea che tutte le funzionalità dei sistema di parental control dovranno essere realizzate in modo semplice e intuitivo. Il servizio inoltre dovrà essere completamente a carico degli operatori, le compagnie non potranno applicare nessuna commissione per l’attivazione, la disattivazione o l’utilizzo dei filtri.
Le polemiche sul parental control
Questo strumento è stato previsto dal decreto Giustizia del 2020, ma per oltre due anni è rimasto in un cassetto. All’epoca suscitò una pioggia di polemiche. Non tanto per l’obiettivo, che chiaramente nessuno mette in discussione. Ma per l’approssimazione con cui era scritta la norma, i rischi per la privacy, e le modalità.
Gli operatori della telefonia all’epoca sostenevano che fosse molto difficile effettuare un simile controllo. Semplificando il discorso, i parental control bloccano tutti i siti contenuti in una lista. Se ci sono dei contenuti sensibili su dei siti che non sono nella lista, non verranno bloccati. Di conseguenza la lista va aggiornata costantemente.
Inoltre, se un contenuto vietato viene ripubblicato su un social, non sarà possibile bloccarlo a meno che non si oscuri tutto il social. Non è dato sapere se in questi due anni e mezzo i problemi siano stati risolti. Quello che si può dire è che a oggi gli operatori della telefonia non hanno commentato le linee guida.
Cosa cambia per il gioco legale e per quello illegale
Le compagnie di gioco non hanno mai preso posizione, alla fine dei conti per loro è un falso problema. Il gambling è già di suo vietato ai minori, e gli under-18 non possono aprire un account su un sito autorizzato dall’ADM e quindi non possono accedervi.
Potrebbe essere invece un ulteriore presidio contro il gioco illegale. Ma bisogna ricordare che i Monopoli da anni aggiornano una black list apposita, ormai ci sono quasi 10mila domini oscurati. Il meccanismo alla fine è molto simile al parental control, chi vuole aggirare il blocco però cambia semplicemente dominio e aspetta che i giocatori tornino. E a questo punto potrebbe succedere la stessa cosa con il parental control.