888 cambia identità. Si chiamerà Evoke
888 cambia nome: se gli azionisti diranno di sì, si chiamerà Evoke. Il nuovo brand “rifletterà meglio la forza del modello operativo multimarca seguito dal Gruppo e il nostro obiettivo di intrattenere i giocatori con un’esperienza di gioco di carattere mondiale” fanno sapere dalla compagnia. Che non esita a definire questa operazione come un vero e proprio “cambio di identità”. E di novità in effetti ce ne sono tantissime. A iniziare dall’addio agli Stati Uniti, un’ipotesi che 888 stava valutando appena una ventina di giorni fa, e che a quanto pare adesso è diventata realtà.
L’addio agli USA
In realtà non si tratta di un addio completo, continuerà a operare nel b2b, quindi come fornitore di tecnologia a altri operatori. E invece cesserà di raccogliere gioco in maniera diretta. Questa divisione verrà infatti ceduta alla Hard Rock Digital. Non è dato sapere al momento quanto 888 incasserà da questa operazione.
Si sa però che 888 cederà solo una parte delle attività alla Hard Rock. Per le operazioni residue, la holding invece avrebbe già avviato l’iter per effettuare un’uscita controllata. Entrambi i processi si dovrebbero concludere entro la fine dell’anno.
La compagnia ritiene di ottenere benefici per circa 32 milioni di dollari in termini di Edibta, i risultati positivi si vedranno dall’anno prossimo in poi. E parte di questi soldi (oltre 12,5 milioni di dollari) verranno reinvestiti per potenziare le attività. Ma per lasciare i mercati USA dovrà anche sostenere dei costi – come ad esempio gli oneri residui per l’acquisizione delle licenze – che al momento vengono quantificati in poco più di 50 milioni di dollari.
Il divorzio da Authentic Brands Group
Già nelle scorse settimane 888 si era attivata per ridimensionare la propria presenza negli States, e sul perché la compagnia non ha usato giri di parole. Il Ceo Per Widerström ha ammesso che la holding, nonostante abbia ottenuto una serie di traguardi, “non ha raggiunto dimensioni sufficienti per generare un profitto positivo, ed è improbabile che questo avvenga in un contesto in rapida espansione”. E ha aggiunto che i margini maturati negli USA sono al di sotto della media del gruppo. E che i costi diretti – come quelli per accedere nei singoli mercati, o per acquisire le licenze – erodono i ricavi.
Di qui la decisione di interrompere immediatamente la partnership con la Authentic Brands Group. La holding infatti raccoglie gioco in prima persona in quattro Paesi degli USA – Colorado, Michigan, Virginia e New Jersey. Solo in quest’ultimo tuttavia, opera attraverso i propri brand. Negli altri tre, invece, era in cordata con la Authentic Brands Group, sotto il marchio di Sports Illustrated.
Sforzi concentrati sui mercati chiave
Il cambio di nome adesso suona insomma come un modo per chiudere un periodo di transizione, culminato in un bilancio che gli stessi vertici hanno definito come “deludente”. Le operazioni mostrano luci e ombre: i ricavi hanno toccato gli 1,7 miliardi di sterline, e in teoria sarebbero in crescita del 38% rispetto al 2022. Ma se si esclude William Hill – inglobato nel luglio 2022, quindi l’anno di confronto non ne ha beneficiato interamente – si registra un calo dell’8%. Pesa inoltre la forte esposizione debitoria, sostanzialmente dovuta all’acquisizione del bookmaker. Nel prossimo futuro, la holding ha quindi deciso di concentrarsi sui quattro mercati chiave – Regno Unito, Spagna, Danimarca e anche Italia – che ora come ora assicurano l’85% dei ricavi.