UK, la stretta sulle slot colpisce anche le scommesse
- Il mercato inglese perde lo 0,5% dei ricavi
- Bilancio pesante per le Fobt, i terminali accusati di aver fatto impennare il rischio di dipendenza
- La stretta su queste macchine però penalizza anche le scommesse, chiuse mille agenzie e persi quasi 4mila posti di lavoro
Soffre il mercato inglese dei giochi, ma a pesare è sostanzialmente il dato delle Fobt – che poi si ripercuote anche su altri giochi a terra, e soprattutto sui livelli occupazionali – mentre invece ancora bisogna mettere in conto l’impatto del coronavirus. La Gambling Commission ha infatti pubblicato i dati che vanno da ottobre 2018 a settembre 2019, il confronto è un po’ particolare perché l’ente regolatore rileva i dati di sei mesi in sei mesi, e come termine di paragone viene utilizzato l’anno che va da aprile 2018 a marzo 2019. La spesa complessiva è di 14,3 miliardi di sterline, di per sé la contrazione è anche accettabile rispetto al periodo precedente, si parla dello 0,5% in meno. Ma già se si tolgono le lotterie – unico gioco in monopolio – il divario aumenta, la spesa scende infatti a 10,5 miliardi di sterline, l’1,9% in meno.
La stretta sulle Fobt ha prodotto i suoi frutti
Una delle contrazioni maggiore la registra appunto il settore degli apparecchi – che complessivamente perde l’11,8% e si attesta a 2,5 miliardi di sterline di ricavi – soprattutto a causa del cambio di regole delle Fobt. L’acronimo sta per fixed odds betting terminal, si tratta di macchine per molto versi simili alle nostre vlt, offrono una serie di giochi a quota fissa, dalle scommesse virtuali a quelli da casinò, come la roulette o le slot. Negli anni scorsi sono stati al centro di un’asprissima polemica per l’ammontare della puntate massime – fino a 100 sterline – ma soprattutto per la velocità del gioco: una sessione può durare appena una manciata di secondi, e questo finisce con il moltiplicare la cifra che il singolo giocatore può perdere. E, come è facile immaginare, le Fobt erano ritenute le principali responsabili del gioco patologico.
Nel 2018 il Governo ha deciso di porre un freno e ha tagliato drasticamente la giocata massima, fissandola a 2 sterline, la misura poi è entrata effettivamente in vigore a aprile 2019, quindi i dati appena pubblicati sono esattamente divisi in due: nel primo semestre queste macchine funzionavano a pieno regime, nel secondo invece è entrato in vigore il taglio. I ricavi delle Fobt si sono quasi dimezzati, 624 milioni di sterline, il 46,4% in meno. Per inciso resto degli apparecchi guadagna il 12%, con un picco delle B3 che cresce del 18,5% e assicurano ricavi per 1,3 miliardi.
L’impatto sulla rete delle scommesse
Il problema però non è tanto per le Fobt in sé, quanto per le ripercussioni sulla rete delle scommesse, molte agenzie infatti riuscivano a far quadrare i conti proprio grazie a queste macchine. Non è un caso che il settore delle scommesse a terra perda il 14%, e si attesti a poco più di 2,8 miliardi. I ricavi delle macchine istallate nelle agenzie crolla invece del 20% (1,4 miliardi). E l’impatto sulla rete e sui livelli occupazionali è impressionante: al momento le agenzie di scommesse hanno tagliato oltre 3.900 posti di lavoro, si è passati da 50mila a 46.100. E chiaramente è l’unico segmento a aver preso misure così drastiche, gli altri registrano qualche oscillazione sia in un senso che nell’altro, alla fine il gioco a terra conta 98mila dipendenti, circa 4.500 posti di lavoro in meno rispetto al periodo precedente, quindi gli altri settori tutti insieme hanno perso circa 600 unità.
Ancora maggiori le ripercussioni sulla rete, hanno chiuso i battenti oltre mille agenzie (7.315 quelle rimaste), mentre il numero di sale da gioco, casinò e mini-casinò e bingo hall è rimasto grossomodo stabile. Ma potrebbe andare peggio. Appena annunciato il taglio, i maggiori bookmaker infatti avevano lanciato l’allarme: William Hill da solo ad esempio parlava di un taglio di 700 agenzie e 4.500 dipendenti, Ladbrokes di 5mila posti di lavoro persi. Complessivamente si stimava che avrebbero chiuso circa 2mila agenzie di scommesse – praticamente una su quattro – e sarebbero stati licenziati 12.500 dipendenti nel giro di due anni.
Online, le scommesse sono in positivo
Torna invece in positivo il gioco online, dopo la battuta d’arresto registrata nel periodo precedente. Complessivamente guadagna il 4% e vola a 5,5 miliardi. I casinò virtuali guadagnano il 3,9% e sfiorano i 3,2 miliardi di sterline. Più accentuata la crescita delle scommesse online che guadagnano il 4,3% e arrivano a 2,1 miliardi, dato che ovviamente va messo a confronto con il -14% delle scommesse a terra. La performance migliore la mette però a segno il bingo via internet: + 12,5%, anche se in termini di ricavi vale 198 milioni.