Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sul gioco online

Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sul gioco online

Legislazione

Il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato il decreto delegato sul gioco online. Si tratta del primo di una serie di provvedimenti che dovrebbero portare alla riforma del settore. Dopo gli annunci e le indiscrezioni dello scorso autunno, era però rimasto in bilico per mesi, tanto che si temeva potesse slittare al nuovo anno.

La stangata sul costo delle concessioni

Confermata la stangata sul costo delle concessioni, gli operatori dovranno versare 7 milioni di euro per ciascun titolo. Il che dovrebbe portare anche a un ridimensionamento del mercato, secondo il governo saranno una cinquantina le compagnie che potranno permettersi di acquistare la concessione. I titoli avranno la durata di nove anni e non potranno essere rinnovati. Gli operatori inoltre dovranno versare ogni anno il 3% del margine netto come canone annuo di concessione.

Gli operatori – per tuta la durata della concessione – dovranno possedere specifici requisiti (soggettivi, professionali, tecnici, patrimoniali, etc.) e dovranno rispettare determinate condizioni (come un piano degli investimenti, iniziative per contrastare il gioco patologico, rilascio di garanzie, versamenti di cauzioni). Dovranno inoltre garantire la tracciabilità dei flussi finanziari connessi al gioco.

Inoltre, si stabilisce che il concessionario dovrà investire una somma pari allo 0,2% dei suoi ricavi netti – fino a un massimo di 1 milione di euro l’anno – in campagne informative o iniziative di comunicazione responsabile, secondo temi stabiliti da una apposita Commissione operante presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria.

Arriva l’albo dei PVR

Si prevede che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli istituisca un albo dei punti vendita ricariche. E sempre ADM dovrà adottare regole tecniche minime per l’organizzazione, da parte del concessionario, della propria rete telematica e dell’infrastruttura hardware e software di trasmissione dei dati ai fini della gestione della concessione.

A tutela dei giocatori, si istituisce la Consulta permanente dei giochi pubblici ammessi in Italia, il cui fine principale è individuato nel monitoraggio dell’andamento delle attività di gioco, incluse quelle illecite e non autorizzate, e i relativi effetti sulla salute. Vengono poi individuati degli specifici criteri che il concessionario dovrà rispettare per tutelare il giocatore. In particolare si parla di misure di limitazione e autolimitazione del gioco, messaggi automatici circa la durata del gioco e i livelli di spesa, contenuti informativi sul gioco patologico, monitoraggio dei livelli di rischio, e così via.

Il contrasto al gioco illegale

Il decreto affronta anche la questione del gioco illegale, e prevede che il Ministero dell’economia emani un regolamento per contrastare gli operatori senza concessione. Verrà coinvolta anche la Banca d’Italia, per impedire ai gestori dei servizi di pagamento di processare operazioni a favore o per conto di soggetti privi di concessione. E ancora, il decreto prevede vengano usate misure informatiche per individuare i siti illegali.

L’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Guardia di Finanza saranno incaricate di pubblicare le liste dei siti di offerta legale di gioco a distanza e quelle dei siti il cui accesso è inibito. Le compagnie telefoniche potranno ricevere sanzioni da 30.000 euro a 180.000 euro, qualora non impediscano l’acceso ai siti vietati. Stesse sanzioni per i gestori dei servizi di pagamento che non bloccano i trasferimenti di denaro.

Gioel Rigido