L’Australia vieta le carte di credito per il gioco online
L’Australia vieta l’utilizzo delle carte di credito – e delle criptovalute – per giocare online. Gli appassionati di gambling potranno però usare le carte di debito, e le carte prepagate, in sostanza quegli strumenti che non consentono di contrarre dei debiti. L’obiettivo infatti è “impedire che i giocatori australiani scommettano soldi che non hanno” ha spiegato il ministro per le Comunicazioni Michelle Rowland.
Il Senato nei giorni scorsi ha approvato un emendamento all’Interactive Gambling Act del 2001, che peraltro estende al gioco online – escluse le lotterie – la normativa già applicata al fisico. Agenzie di scommesse e casinò a terra infatti non possono addebitare dei pagamenti sulle carte di credito già da una ventina d’anni. Gli operatori di gioco adesso avranno sei mesi di tempo per adeguarsi alle nuove regole. Per chi viola il divieto è prevista una sanzione che può arrivare a 234.750 dollari australiani, circa 144mila euro.
Il sistema dei Merchant Category Codes
Lo scoglio maggiore in questi casi è però di carattere pratico. I soggetti che processano i pagamenti delle carte di credito infatti non sempre riescono a distinguere le compagnie di gioco dagli altri operatori commerciali. L’Australia però sembra aver trovato una soluzione.
Il sistema si basa sui Merchant Category Codes, o MCC, in sostanza chi processa i pagamenti attribuisce a ciascun operatore commerciale un codice a seconda dell’attività che svolge. Non sempre però l’MCC rispecchia la reale attività. Chiaramente c’è chi vuole aggirare dei controlli, ma ci sono anche tantissimi casi che non hanno nulla a che fare con le frodi. Basti pensare alle compagnie che non operano in un unico ambito. Nel caso del gioco, si può fare l’esempio di un casinò fisico che gestisce anche un resort e dei ristoranti, e quindi ha ottenuto l’MCC di una struttura ricettiva.
Il rischio di favorire il mercato illegale
La nuova normativa australiana prevede però che venga creato un MCC apposta per gli operatori di gioco. Sembra l’uovo di Colombo, l’unico inconveniente è che questa misura riguarda solo gli operatori legali, l’emendamento potrebbe spingere alcuni giocatori verso dei siti non autorizzati. Servirà del tempo per capirlo, per ora l’unica cosa che possiamo dire è che l’obiettivo del Legislatore australiano era il mercato regolamentato. E per il momento le associazioni del settore non hanno espresso commenti.
Nessuna obiezione nemmeno sulla soluzione pratica studiata dal Legislatore. Anzi, l’ABA – l’associazione che riunisce le banche australiane – ha accolto con entusiasmo l’emendamento, e ha messo in risalto a altri aspetti: “La nuova legge allinea la disciplina dell’online a quella del resto del settore” ha sottolineato Anna Bligh, Ceo dell’associazione. “Era assurdo che entrando in un pub, un giocatore non potesse usare la carta di credito per piazzare una scommessa a una cassa automatica, ma poi potesse sedersi a un tavolo e puntare online quanto voleva su un qualsiasi sito online”.
Le associazioni sul gioco patologico storcono il naso
Qualche critica, invece, arriva dalle associazioni impegnate nel contrastare il gioco patologico. Chiaramente il giudizio è positivo. Per Kai Cantwell, il Ceo del Responsible Wagering Australia, si tratta di “Un importante passo avanti per tutelare i consumatori e i loro cari”. Ma Cantwell sottolinea anche che “È deludente vedere che il divieto non copre giochi come le lotterie e il keno. Soprattutto perché le lotterie sono la forma di gioco più diffusa in Australia e vengono frequentemente acquistate da persone che vivono in comunità a basso livello socio-economico”.