Sale Lan, la certificare delle consolle slitta di un anno
Slitta di un anno l’obbligo di certificare le consolle di gioco nelle sale Lan. Lo ha stabilito l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con una determina – arrivata proprio quando la nuova disciplina stava per entrare in vigore – con cui fissa il nuovo termine al 30 giugno 2024. Intanto anche il Parlamento si stava interessando della questione, e sembrava intenzionato a adottare una disciplina meno rigida. Questa possibilità però sembra sfumata. Almeno per il momento.
Il Lan gate
La vicenda di queste sale è stata a lungo al centro dei riflettori, tanto che la stampa aveva coniato il termine Lan Gate. Tutto è iniziato poco più di un anno fa, quando i Monopoli hanno sequestrato alcune di queste arene, sostenendo che non fossero in regola con la normativa. Il problema però era proprio capire quale normativa si dovesse applicare.
ADM infatti – raccogliendo le proteste di alcuni titolari di sale arcade – sosteneva che alla fine le consolle fossero dei normali videogame. Il che in sostanza imponeva di applicare la normativa degli apparecchi da gioco senza vincita in denaro, i cosiddetti comma 7. Si tratta di un regolamento che è entrato in vigore nel maggio del 2021, ed è piuttosto rigido.
Gli arcade – i videogame che un tempo si trovavano nei bar – come tutti gli atri apparecchi senza vincita in denaro devono infatti essere certificati da enti appositi. E questo chiaramente fa lievitare i costi. Le sale Lan alla fine – sostenevano gli esercenti in questione – offrono dei giochi molto simili, ma senza dover sottostare a nessuna delle regole previste dal regolamento del 2021. E questa situazione si traduceva in una concorrenza sleale.
Le differenze tra una sala arcade e un’arena Lan
I gestori delle sale Lan ovviamente non sono d’accordo. Le loro console offrono un’esperienza profondamente diversa, si rivolgono a un altro tipo di clientela, e vengono offerte con tutte altre modalità. Senza contare che, nel caso delle sale Lan, la competizione con gli altri giocatori riveste un ruolo centrale.
E poi c’era un problema pratico piuttosto rilevante. Perché un conto è certificare una macchina che è destinata essenzialmente alle sale arcade. Un altro è certificare delle consolle e dei videogiochi che vengono venduti in tutto il mondo, sia ai normali utenti, sia alle sale. I produttori sono spesso colossi internazionali. E potrebbero non aver alcun interesse a sobbarcarsi le spese di certificazione per fare un favore a qualche sala italiana.
Anche il governo sembrava essersi reso conto di tutti questi problemi. L’allora sottosegretario all’Economia, Federico Freni, sottolineò che queste consolle “non devono essere confuse con gli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 7”.
Per il momento le sale Lan diventano spettacoli viaggianti
Forse con l’obiettivo di dare al governo il tempo di trovare una soluzione definitiva, i Monopoli avevano adottato una sorta di disciplina transitoria. In sostanza avevano equiparato le arene agli spettacoli viaggianti, i Luna park. In sostanza le sale avrebbero dovuto chiedere solo delle autorizzazioni per operare. L’obbligo di certificare gli apparecchi, invece, doveva entrare in vigore da questo luglio. Ma appunto, ADM ha optato per un rinvio.
Nel nuovo provvedimento richiama ancora una volta le “difficoltà applicative e interpretative legate alla nuova regolamentazione”. E spiega che le associazioni di categoria hanno sottolineato che il settore è “composto da piccoli o piccolissimi operatori non specializzati”. E che c’è una “possibile sovrapposizione con le procedure di certificazione a fini di sicurezza previste da precedenti regolamentazioni”.
Il Parlamento al lavoro per trovare una soluzione
Ma ADM ricorda anche che governo e Parlamento stanno pensando a degli interventi per “semplificare il settore degli apparecchi senza vincita in denaro e a regolamentare, altresì, gli ambiti oggetto di intervento” del regolamento del 2021. E sono già stati presentati alcuni emendamenti sia alla delega fiscale, sia ad altri disegni di legge.
Per quanto riguarda la delega, tuttavia, gli emendamenti sono caduti poche ore dopo. Ne erano stati presentati due, di contenuto identico. Chiedevano al governo di provvedere al “riordino, secondo criteri di maggiore semplicità e trasparenza, della disciplina riguardante le procedure per l’importazione, la commercializzazione e l’installazione degli apparecchi di puro intrattenimento senza vincita in denaro, introducendo procedure basate su autocertificazione tecnica asseverata, attestante la conformità e il rispetto dei requisiti tecnici previsti”.
Entrambe le proposte di modifica sono state ritirate dagli stessi deputati che le avevano presentate. Resta però la speranza – come accenna ADM – che qualche emendamento analogo venga inserito in un altro disegno di legge.