Il Belgio vieta la pubblicità del gioco: stop dal 1 luglio
Nonostante tutte le polemiche e le spaccature, il Belgio tira dritto sul divieto di pubblicità del gioco. Lo stop definitivo partirà dal 1 luglio di quest’anno – con qualche deroga solo per i contratti di sponsorizzazione delle squadre di calcio – e coprirà tutti i giochi, sia a terra che online. Con l’unica eccezione dei prodotti della lotteria nazionale.
Le lotterie – bisogna sottolineare – sono l’unico gioco che viene gestito in monopolio dallo Stato. Per il resto il Belgio ha legalizzato più o meno tutti i giochi, sia a terra che online, adottando un sistema di licenze. le compagnie che richiedono la licenza per l’online tuttavia devono averne anche una per il gioco fisico, oppure aver stretto una partnership con una compagnia landbased.
Il divieto di pubblicità e le deroghe
Diversi paesi negli ultimi anni hanno deciso di vietare la pubblicità del gioco. In Belgio il dibattito è iniziato nel maggio dell’anno scorso e ha assunto toni piuttosto accesi. Alla fine però la legge è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale. Il giro di vite è quindi definitivo. “E’ stata una decisione necessaria per fermare definitivamente il processo di normalizzazione e di banalizzazione del gioco” ha commentato il ministro della giustizia Vincent van Quickenborne. “La normativa che abbiamo approvato è molto restrittiva e produrrà effetti fin da subito“.
“Le uniche deroghe” ha sottolineato ancora van Quickenborne, “riguardano il settore sportivo. Servono a fare in modo che le squadre e i club sportivi abbiano un periodo di tempo sufficiente per adattarsi al nuovo regime”. Negli stadi, i cartelloni pubblicitari del gioco dovranno sparire infatti dal 1 gennaio del 20205, mentre le squadre hanno ancora cinque anni di tempo. Non potranno più farsi sponsorizzare da operatori di gioco a partire dal gennaio 2028.
Le divisioni all’interno del governo
Non tutto il governo, comunque, ha sostenuto il divieto di pubblicità. Tra le voci contrarie, quella di Fanc Weerwind, a capo del Rechtsbescherming, il ministero della tutela giuridica che assomma una serie di competenze, tra cui anche quella sul gioco. Quickenborne – per sostenere lo stop alla pubblicità – aveva sostenuto che il gioco dovesse essere considerato come il fumo, “e nessuno critica il divieto di pubblicità delle sigarette”.
Weerwind tuttavia aveva respinto fermamente il paragone fatto dal collega di governo. “Ogni sigaretta che fumiamo fa male. Weerwind aveva respinto fermamente il paragone che Ma non possiamo sostenere la stessa cosa anche per il gioco. Per la maggior parte delle persone il gioco è un’attività di intrattenimento perfettamente normale e che non arreca nessun danno alla salute. Con questo non voglio negare che il gioco possa rappresentare un rischio, e che per questo le persone debbano essere protette. Ma la forma migliore di tutela che possiamo garantire è una regolamentazione solida”.
La polemica sulla lotteria nazionale
Poco dopo era esplosa una polemica che aveva coinvolto la Lotteria Nazionale. Il giornale Het Laatste Nieuws sosteneva che la lotteria avesse utilizzato la propria influenza politica per far approvare il divieto di pubblicità. Il giro di vite infatti non riguarda i giochi della lotteria, e rappresenta quindi un notevole vantaggio commerciale. La lotteria ha fermamente respinto le accuse.