Flutter ingloba Sisal, ma dovrà valorizzare il retail
- Sisal passa sotto il controllo della Flutter
- Il colosso internazionale ha una spiccata vocazione per il gioco online
- E pensa al retail italiano come uno strumento per aumentare la propria competitività nel poker e nelle scommesse online
- La compagnia italiana ha però un’offerta multi-channel e è riuscita a esportare il proprio know-how anche all’estero, tanto che è arrivata a competere per la National Lottery inglese
Passa di mano un altro brand storico del gaming italiano: il fondo inglese CVC Capital Partners ha ceduto Sisal per 1,9 miliardi di euro alla Flutter Entertainment, uno dei colossi internazionali del settore. Che ha una forte vocazione online e elogia soprattutto questo ramo della compagnia milanese. “Sisal negli ultimi anni ha accresciuto in maniera significativa la propria presenza nell’online, Flutter adesso potrà consolidare questa competenze grazie al vasto portfolio prodotti e alle capacità operative di cui dispone” ha commentato Peter Jackson, Chief Executive di Flutter.
Sisal in effetti negli ultimi tempi ha compiuto passi da gigante nell’online. E consentirà alla Flutter di dominare il poker (con delle quote che possono superare il 50% del cash e raggiungere addirittura il 60% del torneo), e di essere uno dei protagonisti in tutti gli altri segmenti.
Ci sono però anche tutte le operazioni a terra che stanno attraversando una fase di transizione. Alcune hanno risentito della pandemia, per altre invece la crisi ha ragioni più profonde. Flutter ne tiene conto, ma sempre con uno sguardo rivolto all’online. “Rappresentano un vantaggio competitivo, considerando il divieto di pubblicità e il fatto che i giocatori italiani preferiscono usare i contanti per ricaricare i conti di gioco e riscuotere le vincite”.
Nel pacchetto Sisal non fa invece parte il florido segmento dei pagamenti, che nel 2020 ha garantito 251,6 milioni di euro di ricavi, e ha messo a segno una crescita del 48,4%. Di fatto era un ramo autonomo fin dal 2019, e CVC nello stesso giorno lo ha ceduto a Intesa Sanpaolo e Enel per 1 miliardo 385 milioni di euro.
Flutter nasce da Paddy Power e BetFair, e poi ingloba anche PokerStars
Flutter è nata nel 2015, dalla fusione del bookmaker irlandese Paddy Power e BetFair, l’operatore del betting exchange per antonomasia. Nel corso degli anni ha attratto una serie di big del mercato dei giochi, in particolare nel 2018 ha assorbito FanDuel che gli ha aperto la strada per entrare nei mercati USA; nel 2019 è stato poi il turno di The StarsGroup, e con esso i marchi PokerStars, Full Tilt Poker e SkyBetting.
A suon di acquisizioni, oggi è uno dei maggiori player a livello globale, anche se si è concentrata quasi esclusivamente sul gioco online. E questo le ha permesso di superare brillantemente la pandemia: nel 2020 ha raggiunto i 5 miliardi e 264 milioni di sterline di ricavi netti, e ha messo a segno una crescita del 28%. Nel mercato italiano i brand più conosciuti sono BetFair (che controlla circa il 95% del betting exchange e offre anche scommesse tradizionali) e PokerStars (che detiene il 42-45% del poker cash, e il 45-50% del torneo).
Sisal, oltre all’online c’è di più
Dal canto suo, anche Sisal ha avuto una crescita fortissima nell’online: le quote di mercato di quest’anno sono di tutto rispetto: incassa il 9% e oltre dei ricavi complessivi dei casino games, per le scommesse online va dal 12 al 14%, nel poker a torneo dal 9 al 10%, nel cash tra il 6 e il 7%. E come riassume Flutter, “secondo le stime, nel 2021 genererà un Ebitda di 248 milioni di euro, e il 58% proverrà dall’offerta online”. Ma la divisione a terra ha ancora un ruolo fondamentale.
Basta guardare il bilancio 2020 per rendersene conto. È vero che l’online è stato uno dei pochi segmenti in crescita, e che ha raggiunto i 71,7 milioni, (+49,3%). Ma poi rappresenta appena l’8,7% dei ricavi complessivi. Tutto il resto arriva dal gioco a terra, anche se a causa della pandemia le perdite sono state pesanti. Tanto per fare un esempio, slot e vlt sono crollate del 56% e oltre.
Bisogna vedere insomma cosa succederà quando il gioco a terra tornerà ai livelli normali. Sisal del resto è uno dei marchi storici del gioco Made in Italy, nacque nel 1945 lanciando il Totocalcio, che per decenni è stato il protagonista indiscusso dei giochi italiani. Nel corso degli anni poi ha legato il suo nome soprattutto al SuperEnalotto – lo gestisce ininterrottamente dal 1997 – che però da diversi anni soffre la concorrenza di altri giochi e avrebbe bisogno di un restyling radicale.
Poi ha conquistato una forte presenza anche negli altri segmenti del gioco a terra: dalle scommesse ippiche e sportive (conta 384 agenzie e 1.279 corner, secondo il bilancio 2020) agli apparecchi da intrattenimento (qui i dati risalgono al 2017, ma controlla oltre il 9% della rete).
La milanese brilla anche all’estero
E poi da qualche anno ha iniziato a cercare anche occasioni all’estero, sfruttando le competenze maturate nelle lotterie e nelle scommesse. Nel 2018 si è aggiudicata la concessione decennale per gestire la lotteria marocchina che comprende giochi numerici a quota fissa, giochi numerici a totalizzatore nazionale, lotterie istantanee, giochi online, virtual race e degli apparecchi chiamati Machines Interactive Lotteries.
Dal 2019, poi, è presente anche in Spagna dove offre scommesse e vari giochi online. Nel 2020 ha vinto anche la concessione per Milli Piyango, la lotteria nazionale turca, e offre giochi numerici, lotterie istantanee e giochi online. Adesso, poi – in cordata con il colosso delle telecomunicazioni BT e all’ente benefico Barnardo – è tra i quattro soggetti che si contendono la National Lottery inglese, la Gambling Commission dovrebbe selezionare il vincitore nel giro di qualche mese.
Occorre però vedere se la Flutter saprà sfruttare a pieno anche le divisioni a terra, ma c’è da dire che sembra intenzionata, almeno per il momento, a riconoscere a Sisal una certa continuità: “Non vediamo l’ora di dare il benvenuto a Francesco Durante – Chief Executive di Sisal – e al resto del team” ha detto ancora Jackson.